Situazione di continuo stallo: la politica punta il dito contro gli amministratori dell’ente e viceversa. Questo è il quadro che da quasi tre anni viene fuori quando si parla dell’Ipab Oasi Cristo re di Acireale. Questa, in sostanza, la realtà che è emersa durante e dopo la conferenza che si è tenuta stamane, al Comune di Acireale, dove per la seconda volta l’Organismo di composizione della crisi guidato da Salvatore Alessandro ha dato appuntamento alle parti interessate per fare il punto sulla situazione e presentare il progetto di risanamento. Dalla prima riunione tenutasi un mese fa, l’Occ sperava di coinvolgere tutta la politica Regionale e gli assessori competenti ma, oltre agli acesi Angela Foti e Nicola D’Agostino, oggi di onorevoli non si è visto nessuno. Presenti il sindaco Roberto Barbagallo e il commissario Rodolfo Crisafulli, la platea era composta da una ventina di dipendenti dell’Oasi a cui hanno fatto compagnia alcuni rappresentanti di altre Ipab della Sicilia, su tutti Canicattì e Caltabellotta, che vivono lo stesso disagio dei colleghi acesi.
A oggi, dei 55 dipendenti esasperati del Cristo Re che attendono di ricevere 37 mensilità arretrate, cinque si sono licenziati. Mentre gli altri continuano il proprio compito di assistenza ad anziani e minori non accompagnati. Di questi, 15 hanno deciso di intraprendere i pignoramenti nei confronti dei Comuni debitori: nove in più rispetto a un mese fa. Stamane chi era presente alla conferenza non si spiega la decisione dei colleghi: «Gli stessi che tempo fa criticavano chi aveva pensato ai pignoramenti, oggi si accodano non risolvendo assolutamente la situazione – spiega Salvo Raciti a MeridioNews -. Si era sbloccata qualcosa a ottobre, quando ci hanno pagato una minima parte risalente a due anni fa, adesso siamo in uno stallo ancora più difficile». Alcune dipendenti fanno trasparire il rammarico, ma non si esprimono sulla scelta dei colleghi: «La fase di stop che stiamo vivendo non si può imputare solo ai pignoramenti – sostiene una di loro – bisogna andare a risolvere la situazione a monte». Ora non rimane che attendere il disegno di legge che servirà a fare chiarezza sul destino delle Ipab, provvedimento la cui approvazione spetterebbe all’Assemblea regionale siciliana nei prossimi mesi. Intanto, i Comuni debitori non estinguono i loro debiti, capeggiati dall’amministrazione di Catania, che dovrebbe all’Oasi più di 800mila euro.
Durante la conferenza, il referente dell’Occ Alessandro ha confermato i problemi di indebitamento, che oggi sfiorano i dieci milioni di euro, tra spettanze da dare a banche, dipendenti e fornitori. Alessandro poi parla di una mancanza di chiarezza nella redazione dei bilanci: «La Regione non darà mai dei soldi a una struttura in costante perdita. L’approvazione della legge per il riordino delle Ipab ci darà una grossa mano – sostiene – Ma per il momento, se dobbiamo andare in tribunale davanti al giudice, dobbiamo avere in mano dei dati certi: abbiamo bilanci vecchi e mancano i consuntivi degli anni precedenti». Davanti a questa affermazione non rimangono indifferenti i dipendenti dell’area amministrativa dell’Oasi che erano presenti in sala. Angelo Rigano, direttore amministrativo dell’Ente, sentendosi chiamato in causa, alza i toni: «Solo oggi ci è stato chiesto il bilancio consuntivo – afferma – Abbiamo sempre stilato i preventivi». I funzionari amministrativi dell’Oasi parlano piuttosto di lentezza della politica nel prendere provvedimenti. Questo scalda ulteriormente l’ambiente, generando un botta e risposta con l’onorevole D’Agostino che lascia la conferenza.
Stemperati i toni, adesso si attende la revisione dei conti che permetterà di poter intervenire nell’immediato, il sindaco Roberto Barbagallo si dice soddisfatto del futuro piano di risanamento pensato da Acireale. «In attesa della riforma regionale, bisogna conosce lo stato di reale dei debiti e crediti per capire il futuro dell’Ente – afferma Barbagallo -, così da poter ampliare i servizi delle Ipab». Il primo cittadino si dice rammaricato per l’assenza dei deputati: «Il problema è grande e riguarda non solo Acireale ma tantissimi lavoratori in tutta la Sicilia – conclude – Mi auguro che in questi mesi vengano presi dei provvedimenti per tutti loro e venga detta la verità riguardo allo stato di salute delle Ipab».
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