Intimidazione alla ditta che sta realizzando la nuova chiesa intitolata al beato Pino Puglisi. Un escavatore parcheggiato nel cantiere in via Fichi d’India, nel quartiere Brancaccio, è stato danneggiato la scorsa notte. Ignoti ne hanno ridotto in frantumi i vetri. Il valore complessivo dell’appalto è 4,7 milioni e i lavori erano appena iniziati. Sull’episodio indaga la Polizia. La chiesa sorgerà su un terreno confiscato alla mafia a Palermo. Nel progetto è prevista la costruzione anche di laboratori, un campo sportivo, un anfiteatro e un’ampia area verde. Era il sogno di don Pino Puglisi, ucciso ai sicari di Cosa nostra il 15 settembre del 1993.
Per Maurizio Artale, presidente del centro di accoglienza Padre Nostro, fondato dal beato, si tratta di «un’ulteriore offesa alla memoria» di don Puglisi, ma «niente di nuovo sotto il sole, niente che ci possa preoccupare più di tanto». Il centro è stato negli anni più volte oggetto di atti vandalici, che sono stati di volta in volta denunciati alle forze dell’ordine. «Ancora a Brancaccio la gente mal sopporta tutto ciò che la fa guardare allo specchio mettendola dinanzi alla propria pavidità – dice Artale -. Padre Pino Puglisi ancora inquieta l’animo delle persone che non hanno avuto il coraggio di passare dalla sua parte, dalla parte dei poveri, dalla parte degli ultimi».
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