Le telecamere all'interno del bar avevano, immortalato, nitidamente, le fasi del furto. Le immagini visionate dai poliziotti sono sembrate descrivere la genesi e la psicologia del furto IL VIDEO
Incensurato trova un cellulare e lo ruba Gesto ripreso dalle telecamere
Ha notato un telefonino incustodito su un divanetto e non ha esitato a rubarlo. La sua azione è stata però ripresa dalle telecamere. Si è svolto tutto all’interno di un noto bar di corso Calatafimi. La Polizia ha così individuato e denunciato a piede libero un insospettabile impiegato pubblico di 49 anni, un incensurato palermitano, con l’accusa di furto. A chiamare il 113 è stato il proprietario del cellulare subito dopo il furto. L’indagato ha detto di avere già venduto il telefono.
Le telecamere all’interno del bar avevano, immortalato, nitidamente, le fasi del furto Le immagini visionate dai poliziotti sono sembrate descrivere la genesi e la psicologia del furto: il ladro, seduto per una consumazione al tavolo del bar, insieme a due conoscenti, non ha potuto fare a meno di notare come un cliente, prima di spostarsi di qualche metro ad un tavolo limitrofo, avesse dimenticato il suo cellulare su un divanetto; il dipendente pubblico che, per alcuni minuti, ha fissato in modo compulsivo ed agitato l’apparecchio cellulare, fino ad impossessarsene con decisione. Il ladro non è fuggito velocemente, ma è rimasto al suo tavolo per alcuni minuti, fino a concludere la consumazione ed abbandonare il locale.
I poliziotti, nonostante le difficoltà legate al fatto che l’uomo fosse incensurato e quindi sconosciuto agli archivi di polizia, sono riusciti ad identificarlo e lo stesso hanno fatto con i suoi conoscenti .
Questi ultimi hanno ammesso il furto del cellulare ed hanno raccontato ai poliziotti di avere pesantemente redarguito l’amico per il suo comportamento poco commendevole. Il ladro, convocato ed ascoltato in Commissariato, ha reso una versione dei fatti poco credibile, ammettendo comunque il furto e raccontando di avere già venduto il cellulare al “mercato nero”.
Si sospetta che l’uomo sia responsabile anche del furto, avvenuto nel medesimo esercizio commerciale, di un secondo cellulare, realizzato con analoghe modalità.