Sarebbero almeno quattro i punti di accensione delle fiamme che i militari della sezione Scientifica dei carabinieri di Catania avrebbero individuato questa mattina in via Federico Confalonieri 36, nel quartiere di Nesima. È in un appartamento al terzo e ultimo piano del palazzo che ieri sera, intorno alle 20, è stato ritrovato il cadavere di Enrico Sapienza, agli arresti domiciliari, classe 1970. Il rogo è stato spento nella prima serata di domenica dai vigili del fuoco, allertati dai vicini di casa che, all’improvviso, hanno visto il proprio appartamento riempirsi di fumo scuro. «Io vivo proprio nella casa accanto – sostiene una donna sul pianerottolo – Ci siamo subito preoccupati, era stato un pomeriggio movimentato». L’uomo, 46 anni, aveva difficoltà a muoversi e, secondo quanto riferisce chi lo conosceva, viveva con la madre anziana.
Nel pomeriggio Sapienza avrebbe accusato un malore, un forte dolore alla testa, che avrebbe costretto i vicini – allertati dalla madre – a chiamare un’ambulanza del 118. Non ci sarebbero stati sviluppi, ma circa un’ora dopo il pregiudicato avrebbe chiesto alla parente di andare ad acquistare dei medicinali. «Menomale che la signora non era in casa quando è successo tutto», proseguono i residenti del palazzo. I militari dell’Arma, che indagano sul decesso, non escludono alcuna ipotesi. Neanche quella del suicidio. A suffragarla ci sarebbero i vari focolai che sarebbero stati rinvenuti: uno in ciascuna delle due camere da letto, uno in cucina e un altro in bagno. Ed è lì che è stato ritrovato il cadavere, annerito dalle fiamme ma non carbonizzato.
Tra i compiti degli investigatori ci sarà anche quello di tentare di recuperare le immagini del sistema di videosorveglianza installato nell’abitazione. Dall’esterno del palazzo si vede almeno una telecamera di sicurezza puntata sulla strada, e all’interno dell’appartamento è stato ritrovato un hard disk, collegato a uno schermo, ma per metà rovinato dall’incendio. Si attende, nel frattempo, l’esito dell’autopsia sul cadavere. Che dovrà stabilire qual è la causa del decesso.
Enrico Sapienza era un pluripregiudicato. Arrestato diverse volte, a partire dai primi anni del Duemila, è stato accusato di essere un componente del clan Cappello. Di recente, il suo nome era tornato tra le pagine dei quotidiani locali: a marzo del 2016, dopo essere evaso dai domiciliari, aveva avuto un incidente autonomo con un ciclomotore poi risultato rubato. Il veicolo era stato nascosto nei pressi di corso Indipendenza da alcune persone a lui vicine, mentre l’ambulanza arrivava a soccorrerlo.
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