Incendi, da Ue 33 milioni per prevenzione e ripristino Regione: «Speculazione dei privati? Ipotesi insensata»

Trentatré milioni di euro per prevenire gli incendi e ripristinare i boschi danneggiati. A stanziarli non è la Regione, ma l’Unione europea che, con le sottomisure 8.3 e 8.4 del Psr 2014-20, prevede contributi per quelle attività connesse al principale tema d’attualità di questo mese e mezzo d’estate: i roghi dolosi. A potere chiedere i finanziamenti non sono soltanto gli enti pubblici, ma anche i privati, nel caso in cui siano proprietari o detentori della gestione del terreno interessato.

La questione, in un momento in cui ci si chiede quali siano gli interessi che portano ad appiccare gli incendi, potrebbe dare il la a una nuova polemica sull’utilizzo dei fondi europei nell’agricoltura. Settore che le inchieste giudiziarie dicono sia divenuto negli ultimi anni fonte di guadagno per la criminalità organizzatacome accaduto per esempio sui Nebrodi, dove i clan avrebbero messo le mani sui finanziamenti europei, acquisendo nel tempo le concessioni demaniali dei terreni. Tuttavia, nel caso delle misure di finanziamento per i boschi minacciati dagli incendi, la situazione sembra essere un po’ diversa e non consente facili conclusioni

Per quanto riguarda la linea di finanziamento 8.3, si tratta di 20 milioni di euro destinati alla prevenzione sì di incendi, ma anche di altre calamità naturali come la desertificazione e il rischio idrogeologico. Soffermandosi sui roghi, il Psr prevede contributi per la realizzazione di fasce tagliafuoco, punti d’acqua e reti di distribuzione e vasche a uso antincendio. Con l’impegno per il privato di non cambiare la destinazione d’uso dei terreni per almeno cinque anni, periodo in cui si dovrà garantire la manutenzione dell’area.

Agli interventi ex-post è rivolta invece la linea 8.4. Del valore complessivo di otto milioni, prevede contributi per ripristino delle foreste danneggiate da calamità ed eventi catastrofici, tra cui appunto gli incendi. I progetti possono essere presentati nei casi in cui a essere stato distrutto è stato almeno il 20 per cento del patrimonio forestale e potranno riguardare anche la ricostruzione di infrastrutture rovinate dalle fiamme. 

Tra coloro che mettono in guardia sull’uso che verrà fatto di questi soldi c’è il delegato Cgil Gaetano Guarino. «Auspico ci sia un controllo certosino e un’attenzione massima su ogni finanziamento europeo legato ai boschi – dichiara a MeridioNews- -. Gli incendi dello scorso anno e quelli di queste settimane dimostrano chiaramente che esistono interessi criminali ed economici». 

«Possibilità di speculazione da parte dei privati? Mi sembra alquanto inverosimile». A parlare è Dorotea Di Trapani, la dirigente generale del Servizio sviluppo rurale e territoriale della Regione, nonché responsabile dei due bandi. «Qualunque progetto deve essere autorizzato secondo quanto previsto dalle norme e se l’area è stata percorsa dall’incendio non si può fare rimboschimento», continua facendo riferimento al vincolo quinquennale che impedisce – fatta eccezione per specifiche deroghe – di intervenire nei boschi distrutti. 

Sulla possibilità dunque che qualcuno possa pensare di appiccare il fuoco a un terreno confidando nel fatto di ottenere un ritorno economico, trascorso il periodo previsto dalla legge, la dirigente si dimostra più che scettica. «Sinceramente mi sembra una cosa che non ha alcun fondamento – commenta -. Anche perché il Psr rimborsa le spese sostenute per il rimboschimento, non sono misure di aiuto. Per avere i soldi bisognerà presentare un progetto e poi tutta la documentazione utile a dimostrare le spese effettuate».

Ciò che rimane, indipendentemente dalla possibilità di puntare ai soldi pubblici per tornaconti personali, è ancora una volta la richiesta ai privati di fare quanto in linea di principio spetterebbe al pubblico. Come nel caso della prevenzione, la cui mancanza per molti è la vera causa della distruzione di migliaia di ettari di vegetazione in pochi mesi. A occuparsi di questa attività, infatti, sarebbero dovuti essere gli operai forestali che però, dal canto loro, hanno lamentato l’assunzione quando già era stata avviata la campagna antincendio. Con tanto di accuse reciproche – con annesse promesse di querela – tra sindacati e assessori regionali. 

Storie già viste in Sicilia, in tutti i sensi. I contributi europei per la prevenzione degli incendi, infatti, non sono una novità dell’ultimo Psr: nel programma europeo di sviluppo rurale 2007-2013 furono stanziati oltre 86 milioni di euro

Simone Olivelli

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