In Bretagna dilaga la rivolta dei ‘berretti rossi’

DA UNA SETTIMANA NELLE CITTA’ GRANDI E PICCOLE LA GENTE E’ IN PIAZZA. PROTESTANO CONTRO LE TASSE, CONTRO L’UNIONE EUROPEA. E CONTRO IL GOVERNO CENTRALE  DI PARIGI. I FORCONI SONO GIA’ IN CONTATTO CON I BRETONI. L’8 DICEMBRE LA PROTESTA E’ ATTESA ANCHE IN ITALIA

In Bretagna divampa la rivolta dei “berretti rossi”. Migliaia di persone in piazza, strade bloccate, proteste anche dure. Ma l’Europa risponde con il ‘silenzio-stampa’. Ed è anche logico: alle varie massonerie finanziaria che si sono impossessate dell’Unione europea le rivolte – ‘giustamente’ – vengono viste come fumo negli occhi.

Ma la rivolta c’è. Per ora solo in Bretagna. Ma con la possibilità di allargarsi ad altre Regioni della Francia e anche in Italia. Dove i Forconi sono già in contatto con i ‘berretti rossi’. (sopra, foto tratta da affaritaliani.it)

Insomma, dopo anni di insofferenza e drammi sociali, la Regione più a nord della Francia ha deciso scendere in piazza. Per dire basta alla tasse e all’austerità.

A scatenare la rivolta è stato l’aumento delle tasse sui prodotti agricoli. Una tassa odiosa per una Regione che vive in buona parte di agricoltura.

La protesta è nata nelle campagne. ma, piano piano, nel giro di qualche giorno, ha ‘contaminato’ altre categorie economiche e sociali.

C’è insofferenza verso le tasse, l’Unione europea, la finanza. Ma i bretoni non sopportano nemmeno la gestione centralizzata che, com’è noto, è una caratteristica della Francia. Insomma questa Regione non sopporta più il giogo di Parigi.

Tra l’altro, come leggiamo su sito Losai.eu, in Bretagna “il tricolore è quasi assente; chi va a visitare quei luoghi così stupendi che si affacciano sull’Atlantico non chiami un cittadino del luogo con l’aggettivo francese e non si rivolga a lui in lingua francese, perché tutto ciò potrebbe passare addirittura come un’offesa. Tengono molto i bretoni alle proprie radici culturali e linguistiche, diverse da quelle del resto del paese e se poi Parigi impone scelte che condizionano la vita quotidiana e l’economia della regione, ecco che la bolla esplode e diventa quasi impossibile controllarla”.

Insomma, proprio quello che dovrebbe succedere in Sicilia se i siciliani avessero le ‘palle’ e la smettessero di andare dietro ai tradizionali partiti politici fatti di ladri e, spesso, di mafiosi.

La nostra Isola dovrebbe prendere esempio dalla Bretagna. Dove la popolazione, piano piano, con i testa i “berretti rossi”, ha dato il via a un’imponente protesta popolare che coinvolge tutta la Regione.

I “berretti rossi”, per la cronaca, sono il simbolo scelto dagli agricoltori in piazza per protestare. I produttori agricoli indossano dei copricapi rossi per essere riconoscibili.

Nonostante il silenzio che avvolge la protesta, la ‘rivoluzione bretone’ va avanti. La gente, ormai, scende in piazza nei grandi e nei piccoli centri. Ed è così da quasi una settimana.

Manifestazioni, scioperi, occupazioni e scontri con le forze dell’ordine si susseguono ogni giorno. Il Governo finto-socialista di Hollande non sa che pesci prendere. Quasi tutta la popolazione è in piazza per sostenere la giusta protesta dei ‘berretti rossi’.

A fatica, con un enorme spiegamento di forze dell’ordine, il Governo centrale cerca di tenere sotto controllo la popolazione. Ma dalle voci che arrivano sembra che la protesta della gente sta avendo il sopravvento sulle forze governative. La Francia, si sa, è ‘abituata’ alle Rivoluzioni e, con molta probabilità, dovrebbe essere il primo paese europeo a ribellarsi e a liberarsi dalla finanza truffalda e mafiosa. (sopra, foto tratta da it.euronews.com)

Indicativo, stando alle testimonianze, quello che avviene nelle autostrade. Le nuove accise vengono riscosse dai caselli autostradali. Anzi, venivano riscosse. Perché da qualche giorno i cittadini infuriati hanno fatto saltare in aria i caselli. Così, addio alla riscossione dele tasse nei caselli.

Insomma, i bretoni, per dirla in ‘latino’ si sono rotti i coglioni delle tasse, delle angherie e delle ingiustizie del Governo nazionale. Difendono la propria economia, a cominciare dall’agricoltura, uno dei pochi antidoti alla finanza virtuale e mafiosa.

Sembra che all’Eliseo siano molto preoccupati. Sanno che con la memoria genetica della ‘Rivoluzione’, in Francia, non si ‘babbia’. La presa della Bastiglia e il Sessantotto non si dimenticano. Quando il popolo francese s’incazza c’è poco da scherzare.

Anche in Europa sono preoccupati. Da giorni tengono nascosto tutto. Ma, adesso, grazie alla rete, le notizie trapelano. E si diffondono.

In Italia, ad esempio, si attende con ansia l’arrivo dell’8 dicembre. Quando tutti i Forconi d’Italia hanno promesso di bloccare il Paese dalla Val d’Aosta fino a Lampedusa.

Letta, stasera, ha chiesto un altro anno di tasse, pardon, di tempo. Vediamo che succederà a dicembre.

Redazione

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