Il sequestro della carne avariata e le reazioni  «State togliendo le stigghiole ai palermitani!»

La stigghiola è un bene prezioso per la gran parte dei palermitani e dalla reazione di uno dei 25 denunciati dai Nas di Palermo, pare che lo stato di conservazione delle interiora, non faccia alcuna differenza. Avariate e in decomposizione non importa, non si toccano. «Sono stigghiole che state togliendo ai palermitani!» ha urlato il giovane che lavorava al deposito posto sequestro, ad uno dei marescialli dei carabinieri presenti. Il deposito all’ingrosso in questione è l’Antonella Srl di Altofonte e il direttore commerciale e il legale responsabile dell’azienda, sono stati denunciati alle autorità, così come 23 macellai tra Palermo di Palermo, Agrigento e Trapani.

 Quattro le tonnellate di carne sequestrata, refrigerata e congelata, trattata con solfiti e nitrati per renderla di colore rosso vivo e quindi appetibile. 

«Nel deposito – dice il Capitano Giovanni Trifirò a Meridionews – quasi tutto era destinato a preparazioni a base di carne, come interiora; e c’era carne confezionata scaduta da oltre un anno.  Abbiamo portato campioni al laboratorio dell’ Istituto Zoprofilattico, è l’esito è stato chiaro: presenza di nitrati e solfiti per alterare il colore, l’aspetto.

Ma oltre ad un problema di carattere legale in questa faccenda ci possono essere anche risvolti legati alla salute pubblica: «Considerato che le carni sono state trattate con solfiti e nitrati, si possono provocare anche reazioni allergiche in certi consumatori che ne soffrono, in alcuni soggetti le conseguenze sulla salute possono essere particolarmente gravi ed anche fatali, in casi meno gravi si possono avere conseguenze , quali asma, difficolta’ respiratoria, fiato corto, respiro affannoso e tosse

In genere – continua –  queste sostanze si trovano in modo lecito ad esempio negli insaccati e proprio perchè legale, viene dichiarata la loro presenza e chi soffre di allergie quindi li evita. In questo caso invece, essendo illegale è tutto l’opposto».

Ma come può fare un consumatore a rendersi conto? 

«Purtroppo la truffa è fatta proprio per sviare il consumatore che spesso né dal sapore né dall’aspetto si rende conto di nulla. Posso dire che – continua il capitano Trifirò -, contrariamente a quello che si può immaginare,  la carne troppo rossa potrebbe essere indicativo di qualcosa che non va. Il colore più scuro di una fetta di carne infatti non è sintomo che è andata a male o è “vecchia”, ma è semplicemente il colore naturale che prende man mano a seguito del taglio. E poi non possiamo che metterci nelle mani del nostro macellaio di fiducia».  

E chissà chi tra quei 23 macellai, di cui non è possibile al momento fare i nomi, era considerato un “macellaio di fiducia”.


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