Dopo le perplessità sollevate dal giornalista Antonio Mazzeo e la smentita della biennale d'arte, gli artisti al centro delle polemiche spiegano cosa intendono fare mescolando il tipico dolce siciliano e la presenza militare. Intanto è cominciato il percorso di avvicinamento da Motta Sant'Anastasia, lungo le vie Francigene
Il progetto Cassata Drone e la risposta degli organizzatori «Con Manifesta equivoco di forma, da oggi in cammino»
«Queste accuse infondate ci lasciano del tutto allibiti. Il nostro progetto è tutt’altro che pro-guerra. È votato a studiare le stratificazioni culturali e linguistiche della cultura siciliana, e a portare attenzione critica sui droni militari sia accademica che internazionale, che simboleggiano l’incombente presenza militare sull’isola attraverso la lente complessa dell’arte». Dopo le polemiche in merito al progetto artistico Cassata Drone, gli organizzatori dicono la propria ritenendo di «dover specificare la natura del progetto e gli eventi collaterali ad esso collegati. Cassata Drone è innanzitutto una mostra che vede protagonisti gli artisti internazionali Raqs Media Collective, Maria Domenica Rapicavoli e Stefano Cagol con progetti site specific che potranno essere visitati presso lo spazio espositivo palermitano, un appartamento al sesto piano in Via Malta 21, a Piazza Borsa, dal 16 giugno al 20 settembre 2018».
Il progetto – che mette inusualmente insieme il tipico dolce siciliano, formato da pan di spagna ripieno di ricotta con cioccolato con glassa e frutta candita, e il mondo di riferimento degli aeromobili a pilotaggio remoto – ha fatto molto discutere. A sollevare l’ambiguità del messaggio, era stato il giornalista e attivista antimilitarista Antonio Mazzeo. E la contestazione si era poi allargata alla presunta adesione alla biennale d’arte Manifesta12, poi smentita dallo stesso ufficio stampa. «Un equivoco di forma – lo definisce la project manager Chiara Bordin -, per ragioni di tempi il progetto si svilupperà in concomitanza ma non rispetta neanche i tempi della manifestazione». Anche in merito alla raccolta fondi sul sito beartonline, che finora non ha racimolato neanche un euro di sostegno, Bordin specifica che «la piattaforma è stata lanciata online solo pochi giorni fa, e comunque il progetto vero e proprio prevede partner pubblici e sostegni privati che al momento preferiamo non svelare».
Nella risposta data alle critiche sollevate da Antonio Mazzeo, che aveva parlato di «mistificante progetto artistico-culturale» e aveva bollato il progetto come «cazzata», gli organizzatori di Cassata Drone forniscono il proprio punto di vista. «Se il blogger di Milazzo (in realtà giornalista e originario di Messina … ndr) avesse aperto il sito internet ufficiale (www.cassatadrone.org) avrebbe trovato alla pagina research anche il libro “A drone Theory” di Grégoire Chamayou. Questo importante volume è alla base della nostra ricerca sin dal 2013 prima che fosse pubblicato in italiano. Ringraziamo intanto il blogger di Milazzo per la pubblicità inaspettata e soprattutto tutti agli artisti, gli enti e le istituzioni assieme alle persone che stiamo incontrando sui territori per il sostegno dato a cassata drone, sicuri di riuscire, con umiltà, a “visibilizzare” delle problematiche concrete attraverso le domande che solo l’arte è capace di veicolare».
Il progetto è partito da una perfomance nello spazio artistico Barriera a Torino, per porre all’attenzione del Nord Italia il progetto incentrato sulla Sicilia. E sta procedendo adesso con Tintu è cu nun mancia a cassata pi Pasqua, workshop aperto ad artisti, studenti di Architettura e Arti Visive che si sta tenendo dal 29 marzo a Motta Sant’Anastasia. Il laboratorio si formula a partire da un’esperienza percettiva guidata dall’artista e ricercatore Gaetano Olmo Stuppia e dal curatore Giovanni Rendina e attraverso il dialogo col territorio siciliano. Il workshop si struttura in una camminata di 253 km che congiunge Sigonella a Palermo, allo scopo di studiare il fenomeno paesaggistico e urbanistico. I partecipanti realizzeranno nel frattempo delle opere utilizzando diversi mezzi artistici: stesura di saggi, disegno, scultura, video, fotografia e performance.
A curare la prima performance in terra sicula è l’artista palermitana Claudia Di Gangi, avvenuta ieri in contrada Sigonella su un ponte abbandonato che fa parte di un’ex struttura militare. «Diciamo grazie al circolo degli sbandieratori di Motta Sant’Anastasia – dice ancora Chiara Bordin -, che sono stati amici oltre che ospitali. Dopo il workshop di quattro giorni, da oggi avviamo la camminata fino a Palermo attraverso un itinerario il più possibile pedestre. Dopo Troina percorreremo le vie francigene dei Nebrodi. Nel corso dell’itinerario abbiamo chiesto ospitalità alle pro loco e agli assessori locali, dove c’è posto insomma».
E le scuole di Palermo, a cui gli organizzatori puntavano attraverso una lettera che è stata poi l’oggetto della polemica sollevata da Mazzeo? «Le scuole erano già al corrente della natura e dello spirito del progetto Cassata Drone – è la risposta -. Le recenti affermazioni inesatte non hanno alterato in alcun modo il nostro rapporto con le istituzioni scolastiche. Cogliamo infatti l’occasione per ringraziare ulteriormente gli istituti e tutti gli enti per il vivo interesse dimostratoci».