Dal Comune all’Università, passando per le visite a Sant’Agata e allo stabilimento della St Microelectronics. E’ una full immersion catanese quella di oggi del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, arrivato puntualmente alle 10 al Comune di Catania dove ha ascoltato gli intervenuti. In prima fila anche nel pomeriggio, nell’aula magna dell’ex monastero dei Benedettini per l’inaugurazione dell’anno accademico. Ma anche in questo caso il presidente non è intervenuto. Puntuale, alle 17, è arrivato alla sede della St Microelectronics, dove ad aspettarlo c’erano i lavoratori. «Non possiamo perdere questo capitale umano», ha detto alla fine della visita, prima di andare via.
L’incontro, che fa seguito a un invito in città all’indomani dell’elezione del sindaco Enzo Bianco da neo primo cittadino, giunge in un momento particolarmente caldo della politica nazionale, il primo giorno del Governo di Matteo Renzi. L’evento di stamattina è stato trasmesso in diretta streaming, e Napolitano ha ascoltato le relazioni del primo cittadino di Catania, del presidente Anas Pietro Ciucci e del presidente di St Microelectronics Pasquale Pistorio. In conclusione, ha anche rilasciato una breve dichiarazione alla stampa: «Qui cè la capacità di innovazione necessaria per ripartire», ha affermato il Capo dello Stato.
Non sono mancate le contestazioni. «No Napolitano, no austerity» è lo slogan scelto dagli esponenti di Catania Bene Comune, ma anche del Movimento 5 stelle, contro la visita del capo dello Stato a Catania. Hanno animato un corteo di protesta partito da piazza Roma alle 9, e giunto intorno alle 12 nel cortile del Monastero dei benedettini di Piazza Dante. In una città blindata, Napolitano, al termine della sua visita ufficiale a Palazzo degli Elefanti si è recato in Cattedrale per una visita al busto reliquiario della Santa patrona in cattedrale. Nel breve tragitto in piazza Duomo, ha risposto alla domanda di un cittadino, affermando: «Questa è una città che si muove, è importante».
Lì, nel palazzo del Governo, i lavoratori precari Micron, che da stamattina sono in presidio in piazza Università, hanno preannunciato la consegna di una lettera. «Siamo qui in piazza, per dire al Presidente che il lavoro che l’azienda ci vuole negare è dignità, e sul lavoro si basa la nostra Repubblica», spiegano i dipendenti del colosso della microelettronica, riuniti silenziosamente in piazza Università fin dal mattino, con sulla schiena i cartelli «esubero». Giusto il tempo, per il presidente, di recarsi alle 16 al monastero dei Benedettini, tirato a lucido per l’occasione. L’ultima tappa è la visita allo stabilimento del colosso italo-francese dei semiconduttori alla zona industriale. «In Italia – ha affermato Napolitano nella sede della St – si è in grado di portare avanti la nostra identità, le nostre tradizioni e i nostri valori dimostrando di non essere rassegnati al declino. La St dimostra proprio come sia possibile portare avanti un’impresa di successo pur nella crisi e nel processo tumultuoso della globalizzazione». Alle sei del pomeriggio il presidente ha lasciato la zona industriale.
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