Il fuoco e le responsabilità di chi governa

Meno di un mese fa – non un anno fa – mentre ci si interrogava sul perché non erano iniziati i lavori di prevenzione degli incendi, un assessore regionale in carica da poco sferrava un durissimo attacco ai lavoratori della Forestale. Andrea Vecchio – questo il nome dell’assessore – nel formulare accuse pesantissime, non si basava su fatti oggettivi, incontestabili, ma su luoghi comuni.

Diceva, l’assessore, che i lavoratori della Forestale, in Sicilia, sono troppi. Che lavorano due o tre mesi l’anno per un’indennità che gli viene corrisposta per dodici mesi. E che molti di loro hanno un secondo lavoro.

Nel leggere le parole pronunciate da un uomo di Governo, dire che siamo rimasti allibiti è poco. Sollevare certe polemiche proprio nel momento in cui, già con notevole ritardo, si dovevano ancora organizzare i servizi di prevenzione degli incendi nei boschi, ci è sembrata una follia.

Ci saremmo aspettati, da parte di altri autorevoli esponenti del Governo della Regione, uno o più interventi per smentire le accuse gravissime lanciate dall’assessore Vecchio. Invece abbiamo registrato solo silenzi.

Due settimane dopo -e siamo arrivati ai nostri giorni – lo scenario che si presenta sotto i nostri occhi è tremendo. Mezza Sicilia è in fiamme, come potete leggere in altre parti del giornale. Ieri, tra Castelluzzo e San Vito L Capo – una località che, ad agosto, è meta di tanti turisti, ma anche di tanti siciliani – la gente ha abbandonato le automobili ed è scappata a piedi per timore del fuoco.

Scene di panico si sono ripetute in tutte le province siciliane. In questa storia degli incendi ci sono precise responsabilità.  Noi non rispondiamo all’assessore Vecchio e alle sue accuse irresponsabili e non provate. Noi chiediamo spiegazioni al Governo della Regione.

Ci chiediamo e chiediamo alle tante autorità: com’è possibile che, a metà luglio, in una regione dove a prevalere sono le aree collinari e montane, non erano iniziate le attività di prevenzione degli incendi? L’eliminazione delle sterpaglie dal sottobosco è una pratica che va effettuata prima dell’inizio dell’estate. Ritornando continuamente nei boschi per tenere il sottobosco sempre in ordine.

La mancata attuazione di queste opere di prevenzione predispone quasi ‘matematicamente’ i boschi agli incendi. Non possiamo non notare una contraddizione, nell’atteggiamento del Governo regionale, che vorremmo porre all’attenzione degli organi competenti.

Un paio di settimane fa il capo del Governo nazionale, Monti, ha inviato una lettera al presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, chiedendo ‘lumi’ sulla situazione finanziaria. Ne è venuta fuori una polemica violentissima, con i governanti regionali che non solo hanno detto e ribadito che la situazione finanziaria della Regione non è critica, ma hanno aggiunto che chi ha messo in giro queste voci lo ha fatto per danneggiare la Sicilia. Da qui la richiesta di danni avanzata dal Governo della Regione.

Bene. Se – come hanno detto autorevolmente i rappresentanti del Governo siciliano – la Regione non è in crisi finanziaria, qualcuno dovrà spiegare perché, fino a luglio inoltrato, non sono state effettuate nelle aree boschive dell’Isola le opere di prevenzione dagli incendi.

Se non era questione di soldi, beh, qualcuno ha commesso un’omissione gravissima. Che è costata la vita a un operaio della Forestale. E che sta producendo danni ambientali altrettanto gravi a mezza Sicilia. Quando questa missione avveniva, il Governo regionale non era dimissionario, ma nel pieno dei propri poteri.

Ci permettiamo di ricordare che gli incendi provocano almeno due tipi di danni. Il primo è diretto: riduzione della superficie boscata, riduzione della superficie che produce ossigeno per l’ambiente (attraverso la fotosintesi clorofilliana delle piante), pericoli – in alcuni casi gravi, come è accaduto ieri nel Trapanese – per gli abitanti. Con enormi costi per la collettività che consistono nel ripristino dei luoghi.

Ovviamente, gli alberi non crescono nel giro di un mese. Cosicché le zone colpite da incendi, per un certo periodo, diventano aree a rischio di dissesto idrogeologico, proprio per l’assenza di alberi. E’ questo il secondo danno provocato dal fuoco. Un danno che può dare luogo a frane e smottamenti, con danni alle cose e alle persone, come è avvenuto di recente nella provincia di Messina.

Come si può notare, la mancata attività di prevenzione degli incendi ha innestato un meccanismo di distruzione e di dissesto dell’ambiente. Siamo sicuri che gli organi competenti chiederanno – di questo immane danno provocato all’ambiente siciliano e ai cittadini – conto e ragione a qualcuno.  


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