È stato un viaggio sulla luna, oltre lo spazio e il tempo, quello compiuto dagli spettatori di RiMusicazioni. Nella suggestiva sala delle Capriate del Palazzo della Cultura di Vittoria, l’antico Chiostro delle Grazie, è stato organizzato il primo cineconcerto della rassegna organizzata dall’associazione Quattroetrentatre.
Un ritorno e un omaggio all’esperienza del cinematografo del secolo scorso, quando le immagini in bianco e nero dal proiettore scorrevano sul telone, il sonoro non era ancora stato inventato e musicisti suonavano dal vivo in sala, su appositi spartiti o improvvisando. «Ieri il cinema, un vecchietto di oltre cent’anni, ha compiuto ancora una volta la sua magia», ha commentato il presidente dell’associazione Claudio Zarba.
«Questa serie di eventi giunge alla fine di un percorso, iniziato molti anni fa, quando ancora studiavo in conservatorio. Le espressioni di musicisti dal vivo, durante le proiezioni delle prime immagini del cinema, sono parte della storia della musica», ha raccontato agli spettatori il direttore artistico, il musicista Alessandro Nobile. Così il pianista Giovanni Renzo ieri sera ha accompagnato le immagini dei primi sette filmati girati dai fratelli Lumière nel 1895, di Viaggio sulla luna di Georgès Méliès (1906), di Cenere di Febo Mari (1916) e You ‘re darn tootin’ (Musica classica) di Edgard Kennedy con Stanlio e Ollio (1928). Lo ha fatto su musiche originali da lui stesso scritte o di altri autori, «frutto di un lavoro di ricerca condotto sui manuali per artisti da cinema, un repertorio che prendeva ispirazione dalla musica da salotto dell’800».
Se i primi spettatori dell’Arrivée d’un train à La Ciotat – così narrano le leggende – si alzarono spaventati dalle sedie, la sera del 28 dicembre 1895, quelli di RiMusicazioni fremevano sulle sedute emozionate, seguendo il crescendo musicato da Renzo. È stato possibile anche commuoversi, con il meno conosciuto Cenere, l’unica opera cinematografica in cui Eleonora Duse ha dato prova d’attrice, prodotta dalla importante Ambrosio Film di Torino, su un romanzo di Grazia Deledda. È stato un viaggio onirico che ha portato lontanissimo, come un Viaggio sulla luna, l’opera manifesto di un’era del cinema, che racconterà sempre al mondo il sogno di raccontare storie attraverso le immagini (in bianco e nero) e i suoni, dal vivo.
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