Per sapere se esiste un collegamento tra la morte di Angelo Partenza e l’aggressione subita, 15 giorni prima, da parte di due minorenni bisognerà attendere.
Si è svolta ieri, nell’obitorio dell’ospedale Maggiore di Modica, l’autopsia sul cadavere del 64enne trovato morto all’interno della propria abitazione il 3 febbraio scorso. Il medico legale nominato dalla Procura, Giuseppe Iuvara, mantiene il riserbo sull’esito degli esami durati circa quattro ore. Ad analizzare la salma è stata anche la dottoressa Sara Amalfi, arrivata da Verona in veste di perita di parte, in una vicenda che vede indagati per omicidio preterintenzionale un 15enne e un 16enne. La relazione di Iuvara verrà depositata in Procura entro 90 giorni.
Secondo la ricostruzione fatta da Partenza ai carabinieri il 20 gennaio, i due adolescenti, il giorno prima, lo avrebbero preso a pugni, mentre si trovava nei pressi della piazzetta di Santa Maria e alla presenza di diversi testimoni tra i quali alcuni operatori ecologici, intervenuti per fermare i ragazzi. Violenza che sarebbe seguita a un rimprovero dell’uomo e che avrebbe rappresentato il culmine di un bullismo che andava avanti da anni. Con il 64enne costretto a cambiare le proprie abitudini per evitare di incontrare i ragazzini, uno dei quali residente a pochi metri dalla sua casa.
A parlare, intanto, è l’avvocato Francesco Biazzo, legale di uno dei due indagati. «Attendiamo di conoscere i risultati dell’autopsia, perché è fondamentale capire se esiste realmente una connessione tra l’episodio e il decesso – dichiara -. Partenza, dopo l’aggressione, è andato in ospedale dove, oltre la frattura della mandibola, non gli hanno diagnosticato altro. Ci andrei piano prima di dare per scontato che sia morto a causa di ciò che era accaduto due settimane prima».
Il legale, intanto, ha avuto modo di parlare con il proprio assistito: «Mi ha spiegato ciò che è accaduto, ribadendo che lui non esercitato violenza sul 64enne». Biazzo si sofferma poi sul carattere e sulle abitudini del ragazzo che, stando a quanto dichiarato da Partenza ai carabinieri, non andrebbe a scuola. «A me non risulta. Parliamo di un giovane come tanti, un adolescente come altri. La famiglia? Sono chiaramente in apprensione, ma è normale sapendo di un’indagine a carico del proprio figlio. Anche se – sottolinea l’avvocato – si tratta di un atto dovuto per verificare come sono andati i fatti». Per l’avvocato, infine, al momento non sarebbe possibile ricostruire con esattezza la dinamica dell’aggressione. «Potrebbe essersi trattato anche di un solo colpo e non di un pestaggio», conclude.
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