I “dieci piccoli indiani” di Napolitano

Il ‘Minestrone’ del Presidente della Repubblica contiene tutte le ‘verdure’ che crescono rigogliose nei ‘Palazzi’ della politica e nei ‘Palazzi’ del potere del nostro Paese. Sono i dieci uomini che Napolitano ha scelto per sbloccare la politica italiana, ‘incartata’ in tre gruppi – centrosinistra di Bersani, centrodestra di Berlusvoni e Lega e Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo – che non riescono a dialogare tra di loro.

In realtà, il Cavaliere si è detto disposto ad accettare anche un Governo Bersani: ma vuole in cambio Angelino Alfano alla vice presidenza del Governo e un Presidente della Repubblica di centrodestra. Proposta respinta dal leader del Pd. (foto tratta da fondazioneboccardini.it)

Così sono arrivati i dieci nomi di Napolitano. Eccoli. Nel primo gruppo troviamo il professore Valerio Onida, il senatore Mario Mauro, il senatore Gaetano Quagliariello, e Luciano Violante. Nel secondo gruppo ilprofessore Enrico Giovannini, il professore Giovanni Pitruzzella, il dottor Salvatore Rossi, il Ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, l’onorevole Giancarlo Giorgietti e il sentpre Filippo Bubbico, presidenti delle Commissioni speciali operanti alla Camera e al Senato.

Nelle scelte di Napolitano non c’è la minima ombra di rinnovamento. Sono tutti professori e, in generale, vecchi arnesi della politica e del potere. Insomma, niente di nuovo sotto il sole.

Valerio Onida, già candidato a Sindaco di Milano nelle file del centrosinistra, è un apprezzato costituzionalista e, forse, è anche apprezzato dal Movimento 5 Stelle. Poi c’è il senatore Mario Mauro, ex capogruppo al Parlamento europeo per il Popolo della libertà, vicino a Comunione e liberazione, poi passato, armi e bagagli, a Scelta civica di Mario Monti. Quindi il senatore Gaetano Quagliariello, già vicepresidente del gruppo dei senatori Pdl e membro della Commissione giustizia, ovviamente espressione del centrodestra, anzi sostenitore della necessità di un Presidente della Repubblica di centrodestra. Il primo gruppo si chiude on una vecchia conoscenza della sinistra post comunista italiana: ovvero Luciano Violante, magistrato, per lunghi anni parlamentare nazionale (è stato anche presidente della Camera dei deputati), oggi professore di diritto, considerato tra i pochi rappresentanti del ?Partito dei giudici’ a non essere osteggiato da Berlusconi.

Nel secondo gruppo troviamo Enrico Giovannini, presidente dell’Istat; Giovanni Pitruzzella, siciliano, giurista, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust), esperto in conflitti di interesse; poi Salvatore Rossi, rappresentante della solita Banca d’Italia, una ‘verdura’ che non manca mai quando si parla di potere; quindi i due presidenti delle commissioni speciali che operano alla Camera e al Senato: il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Giancarlo Giorgietti, e il senatore del Pd Filippo Bubbico; chiude Enzo Moavero Milanesi, ministro per gli Affari europei del Governo del Governo Monti.

A quanto si può capire, Napolitano vorrebbe ripercorrere il modello olandese, mettendo assieme conservatori e progressisti. A nostro modesto avviso, ha scelto le persone sbagliate.

Certo, non è detto che debbano essere queste persone a comporre un ipotetico Governo. Non è da escludere che questi dieci ‘saggi’ siano, in realtà, incaricati di trovare un’intesa tra le forze politiche per evitare quello che, invece, sempre a nostro modesto avviso, è l’unica soluzione seria: il ricorso alle urne.

Tanto per cominciare, dopo i disastri provocati dal Governo del Professor Monti – dall’incredibile vicenda dei due marò rispediti in India alla crescita incontrollata del debito pubblico – il Presidente Napolitano, che noi stimiamo, avrebbe fatto bene a risparmiarci un’altra ondata di Professori. In rispetto a quel principio che la politica è una cosa troppo seria per essere affidata ai Professori.

Non funziona il rappresentante della Banca d’Italia. Al di là delle chiacchiere, la Banca d’Italia è un’istituzione che ha massacrato il Mezzogiorno del nostro Paese, privandolo di un proprio sistema creditizio di riferimento. Il tutto per favorire banche del Centro Nord Italia che, dopo aver fatto incetta di patrimoni e capitali della banche del Sud, hanno pensato bene di riempirsi la ‘pancia’ di titoli ‘tossici’. O di foraggiare la politica. Con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. La presenza di personaggi della Banca d’Italia tra i ‘saggi’ è un’offesa al Sud d’Italia.

Luciano Violante piacerà a Berlusconi: un motivo in più per non piacere a noi. Si tratta di un personaggio del quale speravamo di esserci liberati e che, invece, ritorna dalle ombre del passato.

Il giurista e costituzionalista siciliano Giovanni Petruzzella è una vecchia conoscenza: lo abbiamo visto in grande spolvero nella Sicilia governata da Totò Cuffaro. Per carità, non ha occupato ruoli di Governo, ma era, in quegli anni, un personaggio molto in vista.

Poi ci sono leghisti, il ‘mitico’ Quagliarello e due o tre personaggi legati alla disastrosa esperienza di Mario Monti. Il tutto condito con il solito europeismo del quale non avvertiamo il bisogno.

Presidente Napolitano, d’accordo: il momento è difficile. Ma un po’ di aria nuova avrebbe fatto bene a tutti: a lei, a noi e all’Italia.

 


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