La Corte dei Conti per la Sicilia dice che ci sarebbero 20, forse 21 i Comuni dellisola sullorlo del dissesto finanziari. Otto giorno fa, stando a notizie ufficiali, i Comuni in dissesto erano dieci. Ora sarebbero diventati 20 o 21.
In realtà, i Comuni in dissesto finanziario, in Sicilia, sono molti di più. A noi risulta che sarebbero circa 200 o giù di lì. Contrariamente a quello che dicono i giudici della Corte dei Conti – che noi rispettiamo – il dissesto dei Comuni non è dovuto alle imposte non pagare dai cittadini. Per un motivo semplice: perché non si capisce da dove questi benedetti cittadini siciliani dovrebbero prendere i soldi per pagare altre imposte, visto che il Governo Monti ha massacrato tutti.
Contrariamente a quello che pensano altri osservatori, il deficit dei Comuni non è determinato dai precari. Per un motivo semplice: perché fino ad oggi, il grosso del costo dei precari dei Comuni è stato pagato dalla Regione siciliana (il problema si porrà dopo aprile, quando con il nuovo bilancio regionale bisognerà capire chi tirerà fuori i soldi per pagare tutti i precari: quelli della Regione e quelli dei Comuni).
Il deficit dei Comuni, a nostro modesto avviso, è dovuto alla vicenda, per certi versi assurda, degli Ato rifiuti. Ovvero dallimpossibilità degli stessi Comuni di pagare un servizio il cui costo, da quando sono entrati a regime gli Ato rifiuti, è aumentato spaventosamente.
Prima della costituzione degli Ato rifiuti questo servizio era gestito dai Comuni. Poi, nei primi anni del 2000, il Governo regionale dellepoca ha varato una legge cervellotica e illogica. Costringendo i Comuni a dare vita a società per azioni costituiti dagli stesso Comuni. Una scelta amministrativa assurda, perché i Comuni avrebbero potuto consorziarsi a costo zero.
Invece sono state costituite queste società tra Comuni. Con i rispettivi consigli di amministrazione e con gli amministratori scelti dalla politica. Gli amministratori, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno sperperato un sacco di soldi. Con spese pazze e con assunzioni senza concorso. Tanto che il deficit attuale degli Ato rifiuti dovrebbe aggirarsi intorno al miliardo e 400 milioni di euro. Il condizionale è dobbligo, perché il deficit potrebbe essere maggiore.
Tranne casi rari, gli Ato, come già detto, hanno accumulato debiti stratosferici. Anche verso società private che operano nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Alla fine, come si può notare, la macchina degli Ato rifiuti è servita soltanto per fare arricchire i privati e per provare a svuotare le casse dei Comuni.
In molti casi, insomma, i Comuni sono entrati in crisi (finanziaria) proprio a causa della dissennata gestione dei rifiuti. Un sistema, quello degli Ato, che è risultato costoso e pessimo: tantè vero che in tantissime aree della Sicilia la raccolta dei rifiuti procede a singhiozzo, con gravi pericoli per la salute pubblica.
Il bello è che non sappiamo come andrà a finire. Il vecchio Governo regionale – il Governo Lombardo – ha provato a scaricare sui cittadini siciliani il deficit degli Ato rifiuti. Il nostro augurio è che lattuale Governo – quello di Rosario Crocetta – oltre a riaffidare il servizio di raccolta dei rifiuti ai Comuni, faccia pagare agli amministratori degli Ato rifiuti i debiti.
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