Hanno iniziato oggi lo sciopero della fame i trenta lavoratori del Gonzaga ai quali è stato comunicato il licenziamento. Dal 9 gennaio presidiavano i cancelli dell’Istituto scolastico, adesso hanno scelto una forma più radicale di protesta, proprio nel giorno in cui, nel corso dell’Infoday, è stata presentata al pubblico l’offerta formativa della scuola. «Chiediamo solidarietà a voi genitori», si legge sul volantino che distribuito oggi durante la protesta. «Siamo i lavoratori licenziati dal Gonzaga dopo in media più di venti anni di servizio di assistenza, pulizia, giardinaggio svolto con dedizione e professionalità. Paghiamo il prezzo di una logica aziendalistica finalizzata al risparmio. Ci licenziano in massa per risparmiare sul costo del lavoro, lasciando noi e le nostre famiglie senza la dignità di un’occupazione e senza la certezza di uno stipendio a fine mese. Sono questi i valori cristiani? Da oggi noi iniziamo lo sciopero della fame».
Da quanto si apprende da fonti sindacali, ai docenti in servizio al Gonzaga è stato chieto di sottoscrivere una trasformazione del proprio rapporto di lavoro in part-time con la riduzione del cinque per cento del salario e del tempo di lavoro, con decurtazione di tutti gli altri istituti retributivi, sia diretti che indiretti. La Flc Cgil e la Uil Scuola hanno inviato una diffida al legale rappresentante dell’istituto Gonzaga e al presidente dell’Agidae, chiedendo di ripristinare le ore previste dal contratto nazionale, sia per il personale docente che per il personale Ata. «Con forza continuiamo a chiedere la revoca dei licenziamenti e le assunzioni con il ripristino del contratto Agidae. I contratti vanno rispettati», hanno dichiarato la segretaria Flc Cgil Franca Giannola e il segretario Uil Scuola regionale e provinciale Claudio Parasporo.
Intanto, i vertici dell’itituto gesuita sono intervenuti per fornire la propria versione dei fatti, in seguito alle notizie di stampa pubblicate in questi giorni: «L’analisi fatta aveva rilevato un esubero di trenta unità del personale non docente – si spiega nella nota diffusa – Dopo 23 mesi di ricorso agli ammortizzatori sociali con i contratti di solidarietà (2013-2015), il 30 aprile 2015 l’Istituto ha siglato un accordo con le rappresentanze sindacali per destinare il 70 per cento dei ricavi al personale e il 30 per cento alla gestione, con l’impegno di addivenire a una possibile revisione entro un anno. Nell’ottobre scorso, i gesuiti hanno proposto due possibili alternative: l’esternalizzazione dei servizi ausiliari, con garanzie occupazionali e retributive del personale uscente o la trasformazione del rapporto di lavoro di 31 lavoratori a part time e il prepensionamento di 5 lavoratori».
A questo punto l’attacco frontale ai sindacati: «Le organizzazioni sindacali Flc Cgil e Uil Scuola non hanno accettato le proposte e hanno receduto dall’accordo sottoscritto nell’aprile 2015. L’Istituto Gonzaga-Cei, a questo punto, si è suo malgrado trovato obbligato a procedere con il licenziamento collettivo del personale Ata, essendo impossibile un nuovo ricorso agli ammortizzatori sociali».
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