Building Catania. Tradotto: costruire Catania. Il nome di una delle società dell’impero, ma anche una dichiarazione d’intenti. Quelli di Giuseppe Virlinzi, fratello minore del Cavaliere del lavoro Ennio, imprenditore ennese trapiantato all’ombra dell’Etna, titolare e amministratore di una lunga serie di aziende. A contarle tutte, includendo le partecipazioni azionarie, si sfiora la cinquantina. La maggior parte delle quali ai civici 22 e 24 di viale Ulisse: la sede, sulla circonvallazione, del centro polivalente di famiglia. Il quartier generale dal quale partono i rami delle imprese che hanno costituito l’ossatura dell’imprenditoria catanese. Che adesso trema. Dopo l’arresto di Pino Virlinzi (classe 1939), accusato di corruzione in atti giudiziari, la procura lo ha detto chiaramente: le indagini continuano. E guardano anche all’universo di società che fanno capo all’imprenditore.
A essere coinvolta in un presunto sistema di favori al giudice tributario Filippo Impallomeni c’è la Virauto, ammiraglia dei servizi automobilistici di famiglia. Un’azienda della quale Giuseppe Virlinzi è presidente del consiglio di amministrazione, dopo esserne stato amministratore unico da giugno 2008 a gennaio 2012. Solo una delle concessionarie legate al nome del costruttore 76enne. Tra queste spiccano la Dynamic, uno showroom di 700 metri quadrati in via Acquicella Porto, e la Cisauto di via Acicastello, di cui Pino Virlinzi è consigliere di amministrazione.
Ma sono le costruzioni il settore che conta il maggior numero delle sue partecipazioni. Una lista che comincia con la Compagnia generale immobiliare, una società per azioni la cui costituzione è valsa al fratello Ennio la nomina di Cavaliere del lavoro. Giuseppe, braccio destro del fratello assieme al terzo Virlinzi, Oreste, l’ha amministrata dal 2007 al 2011. E nel frattempo mandava avanti altri affari: quelli della Virco, per esempio, con la quale si aggiudica nel 2005 un piano di lottizzazione a San Gregorio. Il progetto prevedeva la costruzione di un centro commerciale da 17mila metri quadrati, con cinema, palestra e ristoranti. Un maxi-affare bloccato dal tribunale con una sentenza di secondo grado.
Alla G&G di Giuseppe Virlinzi appartiene un immobile in via Monte Lauro dato in affitto per anni alla ex provincia regionale di Catania, che adesso lo starebbe dismettendo. Sue sono anche una parte delle quote societarie de Il picciolo golf club, una struttura alberghiera di lusso a Castiglione di Sicilia. Un posto esclusivo, all’interno del quale trova spazio anche l’Etna golf resort, tra le società che ruotano attorno all’ex presidente del Calcio Catania Antonino Pulvirenti. E sempre di strutture ricettive si parla quando si cita la Get – Generale edilizia turistica. Una società per azioni che sarebbe proprietaria, secondo una denuncia del MoVimento 5 stelle, di un villaggio vacanze – iniziato e mai terminato – alle porte dell’oasi di Vendicari. Un complesso di cemento del quale Giuseppe possiede poco meno di duemila azioni, sulle 20mila totali.
Per la frazione di Capo Mulini, nel Comune di Acireale, è stato pensato un complesso turistico ricettivo. Progettato tra il 2001 e il 2009, era un prodotto della Capomulini srl, amministrata da Ennio Virlinzi e di cui Giuseppe è stato consigliere fino al 2011. Passati due anni, nel 2013, un documento del ministero dello Sviluppo economico cita proprio questa azienda come beneficiaria di un contributo nell’ambito del Patto delle Aci, per la promozione territoriale. Il finanziamento che arriva dallo Stato supera i 489mila euro. Nel 2012, anno in cui il ministero dell’Ambiente vara gli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, Giuseppe Virlinzi registra un’impresa individuale che ha sede in casa sua: una ditta che ha per obiettivo la produzione e la distribuzione di elettricità.
Capitolo a parte meritano le imprese agricole: su tutte la Marina serena spa, che si dovrebbe occupare di coltivazione di prodotti agricoli con un capitale sociale che supera il milione e 100mila euro e che è tutto di Giuseppe Virlinzi. Tra i suoi ultimi acquisti ci sono, infine, più di seimila azioni della banca Igea, specializzata nella gestione di crediti sanitari. Un istituto dedicato agli imprenditori del settore farmaceutico, anche quest’ultimo tra gli interessi dei Virlinzi. La Grossfarma è stata a lungo il colosso siciliano della distribuzione dei medicinali sull’Isola: nata a Catania nel 1973, all’epoca era «tra le più moderne del mercato». Tanto potente da inglobare una concorrente palermitana, chiusa nel 2001. Fagocitata da un impero che non ignora nessun settore dell’economia etnea.
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