La seconda tappa in Sicilia, la quinta del Giro d’Italia 2018, è un omaggio per i territori colpiti dal terremoto del Belice di 50 anni fa. Da Agrigento a Santa Ninfa, uno dei paesi più piccoli che ospitano un arrivo di tappa in questa edizione della corsa rosa. Sono 153 chilometri, un percorso di media difficoltà (l’organizzazione gli ha attribuito tre stellette su cinque), sostanzialmente diviso in due: la prima parte, che si snoda lungo la statale 115 che fiancheggia la magnifica costa agrigentina, è interamente pianeggiamente, salvo l’attraversamento di Sciacca. «La seconda parte – si legge nella guida del Giro – interamente nella valle del Belice, è invece molto articolata e caratterizzata da alcune salite lunghe, ma di blanda pendenza classificate Gpm».
Il ritrovo di partenza è in piazza Vittorio Emanuele ad Agrigento. Foglio firma per i ciclisti previsto dalle 11.30 alle 13.10, segue la sfilata cittadina alle 13.15, e dopo 5,2 chilometri, sulla statale 640 la corsa prenderà il via davvero, col chilometro zero, alle 13.30. Si percorre la 640 fino a Porto Empedocle, dove i ciclisti percorreranno via Crispi intorno alle 13.40; successivamente si imbocca la statale 115 che accompagnerà il gruppo per diversi chilometri. Si tocca il bivio di Realmonte alle 13.45; lo svincolo per Siculiana alle 13.55; Montallegro intorno alle 14.10; lo svincolo di Ribera tra le 14.23 e le 14.30 (gli orari variano in base alla velocità che terranno); lo svincolo di Caltabellotta tra le 14.32 e le 14.38.
Si arriva quindi a Sciacca, tra le 14.53 e le 15.02, dove si percorrerà corso Vittorio Emanuele e via Incisa. Passaggio a Menfi tra le 15.18 e le 15.39 e da qui si svolta verso Santa Margherita del Belice lungo la strada provinciale 41 e poi sulla statale 188. Si raggiungono i 430 metri sul livello del mare del paese di Santa Margherita tra le 15.36 e 15.49, e qui è posto il primo gran premio della montagna di giornata, di quarta categoria (la più bassa). Sempre percorrendo la statale 188 si scende toccando Montevago (tra le 15.40 e le 15.54) e Ponte Fiume Belice (tra le 15.50 e le 16.05).
A questo punto si passa in provincia di Trapani: il primo paese raggiunto è Partanna, dove si transiterà lungo via Vittorio Emanuele tra le 16.05 e le 16.20. Si continua sulle provinciali 26 e 32 fino a Salaparuta (tra le 16.23 e le 16.41). Pochi minuti dopo a Poggioreale è posto il traguardo volante, valido per la classifica della maglia a punti.
Suggestiva sarà la salita verso Poggioreale antica, paese distrutto dal terremoto del Belice del 1968, e che rimane, con i suoi edifici fantasma, a dominare la collina. Qui, a 380 metri sul livello del mare, è posto il secondo Gpm, sempre di quarta categoria; passaggio previsto tra le 16.36 e le 16.55. Stesso discorso per Salaparuta antica, successivo borgo che si incontra lungo la discesa. Poco prima delle 17 il gruppo passerà vicino al Cretto Grande, opera realizzata negli anni ’80 dal medico-artista Alberto Burri con le macerie del sisma, sul luogo dove sorgeva la vecchia Gibellina.
Il bivio per Santa Ninfa è l’ultimo passaggio prima di arrivare nel paese trapanese sede dell’arrivo della tappa, previsto tra le 17 e le 17.25. Gli ultimi chilometri, come nella giornata precedente a Caltagirone, sono piuttosto impegnativi: finale in discesa leggera fino a 2.200 metri dal traguardo, a questo punto si svolta a destra e inizia uno strappo di 1.200 metri con pendenze massime del 12 per cento. Subito dopo la strada torna in leggera discesa per poi risalire fino alla linea dell’arrivo. Arrivo quindi complicato ma difficilmente si muoveranno i favoriti per la vittoria finale, anche perché l’indomani i ciclisti dovranno scalare l’Etna.
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