Giornalisti in carcere per diffamazione: un fatto grave

La condanna e, soprattutto, l’arresto di Alessandro Sallusti dovrebbe far riflettere tutto il giornalismo del nostro Paese. Ma, dispiace ammetterlo, questa riflessione – amara – non la vediamo proprio. Un doppio errore culturale.

In Italia, anche su una questione così grave e delicata, la logica delle fazioni prevale anche sulla ragione. I giornalisti sono cittadini come tutti gli altri e possono finire in galera. Ma finire in carcere per aver diffamato qualcuno è un fatto enorme. Per certi versi incredibile.

Il nostro ordinamento – questo non finiremo mai di ripeterlo – non aiuta il lavoro del giornalista. Nel Belpaese i giornalisti sono continuamente soggetti a difendersi in penale e in civile.

Non siamo ‘americanofili’. Ma l’ordinamento degli Stati Uniti d’America, in materia di diritti dei giornalisti, è molto più avanti del nostro.

In America i giornalisti sono al servizio della collettività. Sia chiaro: se sbagliano contro i cittadini privati, pagano conti salati. Ma verso chi esercita funzioni pubbliche hanno più libertà di azione rispetto a noi.

In America un uomo pubblico, in quanto tale, è soggetto alla libera critica della stampa e della tv (e, naturalmente, oggi anche del giornalismo on line). Lì deve essere l’uomo pubblico a dimostrare l’infondatezza delle accuse che gli sono state rivolte. E anche se lo dimostra, per far condannare un giornalista deve dimostrare la ‘malizia’ dell’estensore del servizio giornalistico: cosa, questa, molto difficile.

In Italia, al contrario, debbono essere i giornalisti a dimostrare la fondatezza di quello che scrivono. E anche dimostrando la buona fede, c’è sempre il rischio di un giudizio civile.

La differenza tra America e Italia in materia di informazione è enorme. Negli Stati Uniti si cerca di mettere sotto controllo il potere. In Italia è il potere che cerca di mettere sotto controllo i giornalisti. E questo lo diciamo nel rispetto della magistratura che si limita ad applicare leggi che, a nostro avviso, andrebbero cambiate.  

Detto questo, lo ripetiamo, arrestare un giornalista per diffamazione è un fatto molto grave. Un’eventualità che dovrebbe essere riservata a fatti particolari.

Quello che sta accadendo oggi costituisce un precedente che amareggia. 

g.a.

Redazione

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