Una ex lavoratrice adesso in cerca di una nuova occupazione denuncia le «condizioni da terzo mondo» della struttura che serve nove Comuni della fascia ionica. «Non vengono utilizzati elimina-code e sale d'attesa. Veniamo lasciati ad aspettare pure al freddo», racconta la testimone 29enne
Giarre, è caos negli uffici del centro per l’impiego «Computer e telefoni rotti, code lunghe un giorno»
Dipendenti svogliati, telefoni e bagni rotti, assenza di computer e lunghe file di cittadini infuriati. Questo è lo scenario che, ogni giorno, si ripresenta davanti ai tanti ex lavoratori della provincia di Catania che vanno al centro per l’impiego di Giarre. Una struttura dove le persone che hanno subito un licenziamento o che hanno concluso i loro contratti a tempo determinato devono recarsi per dimostrare di cercare attivamente un’occupazione. E, di conseguenza, per non perdere il diritto al sussidio di disoccupazione.
In particolare gli uffici della città ionica servono i Comuni di Calatabiano, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Mascali, Milo, Riposto, Sant’Alfio, Santa Venerina, Zafferana Etnea. Un bacino d’utenza importante che, a quanto pare, si scontra quotidianamente con disorganizzazione e disservizi. «Fosse per me starei alla larga da quel posto – spiega una ex lavoratrice 29enne, adesso in cerca di lavoro – perché da quando sono iscritta non ho mai ricevuto né supporto né aiuto». «Da quest’anno però purtroppo, devo presentarmi lì ogni mese per ottenere la cosiddetta Naspi, l’indennità che mi spetta, essendo stata lavoratrice stagionale», continua la donna.
«La gente inizia a mettersi in fila a partire dalle sei del mattino anche se gli uffici aprono alle nove. Chi arriva per primo stila una sorta di lista dei presenti in ordine di arrivo e chi si presenta alle 7.30 è già 60esimo», racconta la testimone. Quando aprono gli uffici «i dipendenti del centro per l’impiego non ci fanno entrare perché si creerebbe troppa confusione e ci lasciano al freddo. Uno degli impiegati sta sempre davanti alla porta per dire chi entra e chi no: non esiste un elimina-code, non vengono utilizzate le sale d’attesa», precisa. Affermando che l’impostazione deriva dall’impossibilità dei cittadini «di contattare gli uffici per telefono o per mail perché apparecchi e computer sarebbero rotti, almeno stando a quanto ci viene riferito». Ragione per cui chi ha bisogno deve necessariamente presentarsi di persona.
«Ogni volta mi viene un nodo alla gola perché oltre alle difficoltà di trovare un’occupazione al giorno d’oggi bisogna scontrarsi con uffici e procedure inutili che fanno perdere tempo senza fornire alcun servizio. Questi uffici – denuncia la donna – sono gestiti così male da farti venire l’ulcera ogni volta che ci metti piede e i dipendenti sono spesso infastiditi, demotivati e stentano pure a comunicare in italiano dimostrando zero capacità organizzative e interpersonali», attacca la giovane. «Sono condizioni da terzo mondo e – conclude – non è giusto che le cose vadano in questo modo senza che nessuno denunci».
MeridioNews ha provato a contattare per una replica gli uffici giarresi di via Vittorio Veneto 40 ma ai tre recapiti telefonici presenti online non risponde nessuno: uno è sempre occupato, il secondo risulta inattivo e l’ultimo squilla a vuoto.