Doveva essere una festa, la prima seduta del nuovo consiglio comunale di Giarre. Si è trasformata in una grande caos, con due schede palesamente false, inserite da qualche consigliere nell’urna per l’elezione del nuovo presidente dell’assemblea; esplicite accuse di truffa scagliate dai banchi della maggioranza che sostiene il sindaco Roberto Bonaccorsi nei confronti dell’opposizione; e l’intervento dei carabinieri che hanno sequestrato i pizzini incriminati. Dopo un acceso confronto e la richiesta da parte dell’opposizione di sospendere la seduta, nella tarda mattinata, è arrivata la proclamazione dei nuovi organi istituzionali: Francesco Longo, presidente del consiglio comunale, eletto nelle fila del Popolo delle libertà, e Angelo Turrisi, vicepresidente, il più votato nella lista Giarre Futura. Ma le nomine passano in secondo piano rispetto a quello che lo stesso primo cittadino ha definito «uno schifo» e «un tentativo di ricatto sventato nei confronti del consiglio».
A quaranta giorni di distanza dall’esito del ballottaggio, il consiglio comunale può dunque inziare la sua attività. Ma la partenza è di quelle da dimenticare. Al momento dello spoglio delle schede, il presidente di turno Tania Spitaleri, che ricopre la carica in quanto la più votata tra i venti eletti, evidenzia la presenza di due schede senza la sua firma e con un timbro non conforme a quello della segretria del Comune di Giarre: diverso il colore, blu, così come le dimensioni, più piccole. Su entrambi i foglietti, in stampatello e con due calligrafie diverse, c’è scritto il nome di Longo, che così chiuderebbe con 16 preferenze. Il secondo è il consigliere di opposizione Nunzio Musumeci, con tre preferenze. Una scheda è nulla. Si tratta quindi di due voti ininfluenti ai fini dell’esito della votazione. Ma la truffa è evidente. La seduta viene sospesa, nel caos generale. Spitaleri chiede di votare una seconda volta. «Chiunque abbia attuato questa truffa alle istituzioni – denuncia – deve riflettere sulla sua inadeuatezza nell’occupare questo ruolo. Io non intendo, in qualità del presidente del consiglio, sanare questa porcata. Questo consiglio è macchiato gravemente sin dall’inizio». La richiesta viene sostenuta dal gruppo di opposizione Città Viva. Nel frattempo il segretario Aldo Motta assicura che le schede incriminate verranno consegnate alle autorità competenti. I carabinieri sono già arrivati. Si potrebbero configurare i reati di falso in atto pubblico, truffa e falso ideologico. Saranno le indagini a stabilirlo.
Ma la maggioranza non ci sta. Giovanni Barbagallo, uno dei pochi volti nuovi del consiglio, eletto nella coalizione di centrodestra, accusa l’opposizione della paternità delle due schede false. Alla fine la votazione viene convalidata e i due pizzini incriminati inseriti tra le schede nulle. «Mi scuso con i presenti – sono le prime parole del nuovo presidente Longo – per me è un orgoglio essere stato scelto, ma allo stesso tempo mi vergogno di far parte di questo consiglio». Parole nette da parte del sindaco Bonaccorsi: «Chiedo scusa alla città, qualche consigliere un minuto dopo aver prestato giuramento, si è macchiato di una truffa ai danni della cittadinanza». Ripetere la votazione? «Alla fine l’epilogo è giusto – continua il primo cittadino – è stato sventato un disegno di ricatto che mirava a invalidare la seduta del consiglio. Pensavo che la campagna elettorale fosse finita». Bonaccorsi, dopo il giuramento, ha ricordato i punti cardine della sua sindacatura – attenzione ai deboli e valorizzazione dei dipendenti comunali – e ha dato appuntamento per il 30 settembre. «Quel giorno – conclude – avrò finito la mia indagine su quanto successo nel nostro Comune negli ultimi anni, quanti atti sono stati determinati non dall’interesse pubblico, ma da un interesse particolare e racconterò tutto sia in Consiglio, sia in piazza».
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