Non si faceva vedere nella sua città natale da qualche tempo. Ma ieri l’occasione era troppo propizia per il presidente della Regione Rosario Crocetta che, nell’ufficio dove è stato sindaco di Gela per due volte, ha firmato l’accordo sugli oneri di compensazione insieme all’attuale primo cittadino Domenico Messinese e all’amministratore delegato della Raffineria Alfredo Barbaro. A distanza di tre anni dalla firma del protocollo d’intesa che ha sancito la cosiddetta riconversione per l’ex impianto petrolchimico, Regione e Comune trovano l’intesa per impiegare i 32 milioni di euro che Eni aveva deciso, a novembre 2014, di regalare al territorio come lasciapassare per i propri progetti industriali.
«È una firma importante – ha detto il sindaco -. C’è stato un lungo travaglio e un lungo confronto con le commissioni consiliari, coi singoli consiglieri e con le associazioni. Abbiamo stabilito delle priorità che spaziano in diversi settori della città. Questi soldi servono per dare servizi e opportunità per il territorio». Ma è polemica sulla tempistica: oltre al fatto che ci sono voluti ben tre anni per individuare gli ambiti di intervento, l’accordo arriva in piena campagna elettorale. Una questione però che è stata elusa dal presidente Crocetta. «È un giorno bello – ha detto il presidente della Regione uscente – rilanciamo l’economia di questa città mantenendo tutti gli impegni che ho assunto per i gelesi. Così le idee si trasformano in lavoro. La Green Refinery non produrrà più morti e malati e invece farà un lavoro industriale pulito».
Il più chiaro, forse perchè non ha bisogno di far propaganda, è l’ad Barbaro che ha spiegato come nella giornata di ieri siano stati firmati «due provvedimenti esecutivi che riguardano la ristrutturazione della casa albergo di Macchitella, che diventerà un centro di co-working per le imprese e le start-up, e la progettazione delle opere previste per il Patto per il Sud».
Neanche sulle opere già finanziate c’è convergenza di vedute. Il gruppo consiliare del Movimento 5 stelle da tempo critica la scelta della casa albergo: uno stabile di proprietà dell’Eni, ex dormitorio per tecnici e dirigenti del cane a sei zampe e inutilizzato da decenni, che vedrà nuova luce con i soldi teoricamente destinati al territorio. In ogni caso l’opera, appena terminata, sarà donata al Comune. E se Messinese e Crocetta tracciano la rotta degli investimenti, è ancora Barbaro a gettare acqua sul fuoco, ricordando che il resto dei finanziamenti diventeranno operativi solamente «nel momento in cui verranno portati i processi autorizzativi per sbloccare gli oneri di compensazione».
Il libro dei sogni insomma rischia di restare tale, se la burocrazia non riuscirà ad accelerare i tempi. Con la firma di ieri sono stati finanziati: il programma di riqualificazione delle risorse archeologiche, turistiche e artistiche del territorio, il programma di valorizzazione urbana – centralità e margini, il programma per la costituzione della Fondazione di comunità, la riqualificazione urbana per il decoro delle facciate degli edifici e per l’efficientamento energetico. Tra le opere previste nei quattro programmi rientrano la valorizzazione del patrimonio abitativo per attività turistiche ricettive, la creazione del Centro euro-mediterraneo di restauro marino, i lavori di restauro-ristrutturazione dell’ex Dogana per la creazione di un info point turistico, il restauro dell’oratorio salesiano e delle strutture sportive annesse, una pista di atletica leggera (con i giovani atleti che al momento sono costretti ad allenarsi per strada), il rilancio commerciale del centro storico.
Fino a questo momento sono stati spesi 9,5 milioni di euro dei 32 previsti, utilizzati rispettamente per il porto (che rimane ancora insabbiato), per la climatizzazione dei locali del museo per conservare i reperti della nave greca, e, appunto, per la ristrutturazione dell’ex casa albergo di Macchitella.
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