Aumentando le aspettative, maggiore sarà la delusione se i risultati non saranno all’altezza delle premesse. Può sintetizzarsi così l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, tenutosi ieri a Roma tra governo, Regione Siciliana e Comune di Gela. Oggetto della discussione lo stallo industriale attuale e la presentazione della bozza per un accordo di programma, redatta dall’amministrazione a Cinquestelle, che intendeva (almeno nei piani) superare la fase critica attraverso un piano strutturale per il territorio. La riconversione della Raffineria infatti non è ancora partita. Ad oggi gli impianti sono praticamente fermi, con tutte le conseguenze del caso per l’economia stagnante della città. Ecco perché la giunta pentastellata nei giorni precedenti ha esaltato le possibilità aperte dal nuovo tavolo di trattativa.
Erano presenti funzionari del Ministero dell’Ambiente, del Lavoro, delle Infrastrutture e delle Attività Produttive. Ma è stata la Regione siciliana ad incaricarsi, nell’immediato, di trovare i fondi per garantire gli ammortizzatori sociali utili alle centinaia di famiglie che a novembre rischiano di rimanere senza sostegni economici. Col risultato che il protocollo d’intesa del 6 novembre rimane intatto. «Neanche siamo entrati nel merito di quell’accordo – ha spiegato il sindaco di Gela Domenico Messinese -. Mi interessano i risultati per il territorio, non le polemiche. Per me l’esito dell’incontro è positivo, s’è parlato molto coi tecnici e poco di politica. Inoltre lo stesso Crocetta si è impegnato a perimetrare tutte le aree da bonificare nella zona industriale, non solo quelle di proprietà Eni ma anche quelle riguardanti i Sin (siti di interesse nazionale ndr)».
Forse era lecito aspettarsi qualcosa di più, specie perché erano stati proprio i Cinquestelle a caricare la contrattazione con l’advisor Invitalia (braccio operativo del Mise) di speranze per il futuro e non solo per l’immediato presente. Il vicesindaco Siciliano, ad esempio, non aveva fatto mistero di puntare ai fondi destinati per la città in quanto area di crisi complessa. Con quel denaro l’idea era di puntare sul rilancio della pesca, della filiera agroalimentare e sulle infrastrutture necessarie. Se ne riparlerà.
Poco prima della partenza di mezza giunta, con in più la presenza della presidentessa del consiglio comunale Alessandra Ascia, a mettere benzina sul fuoco era stata Confindustria Sicilia. Tramite la diffusione di una nota polemica sulla decisione della giunta di escludere al momento i sindacati. «C’è un tavolo tecnico presso la Prefettura di Caltanissetta a cui partecipa pure il Comune di Gela – si legge nel comunicato stampa firmato da Marco Venturi e Carmelo Turco, presidente e delegato del sindacato degli imprenditori nel settore raffinazione -. Per questo fatichiamo a comprendere la decisione unilaterale dell’amministrazione comunale gelese che ha scelto di lavorare secondo i vecchi metodi della politica, non condividendo le proprie determinazioni con nessuno».
Un’esclusione che il primo cittadino di Gela commenta seraficamente. «Se è per questo non c’era neanche l’Eni, che per me rimane un interlocutore come tanti altri. Era un incontro istituzionale – conclude Messinese – Quel che è più importante, invece, è che deve finire la sudditanza nei confronti del cane a sei zampe».
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