Si chiama operazione Copper e ha portato all'arresto di quattro persone e all'obbligo di dimora nei confronti di una quinta persona. Le indagini, condotte tra il 2012 e il 2013, hanno portato al sequestro di oltre seimila chili di materiale ferroso di provenienza illecita. Che avevano portato a proventi di 250mila euro
Furti di rame, arresti tra Catania e Misterbianco Ricettazione di cavi Telecom e tombini di ghisa
Quattro persone sono state arrestate dalla polizia di Catania nell’ambito di una indagine che ha permesso di scoprire un’articolata filiera di commercializzazione del rame rubato, che sarebbe stato reimmesso sul mercato attraverso un percorso di ripulitura grazie al passaggio, in conferimento, con documenti falsi, da azienda ad azienda. L’accusa è di ricettazione di rame. Si tratta Giuseppe (58 anni) e Vincenzo Lo Miglio (42 anni), titolari di una ditta catanese di raccolta di materiale ferroso di via Gelso Bianco e di un’altra a Misterbianco; e dei fratelli Francesco (57) e Vincenzo Santagati (65). Per una quinta persona, B. R. (47), è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. L’operazione è stata denominata Copper. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati oltre seimila chili di rame e materiale ferroso di provenienza illecita. I profitti dell’attività illecita per il 2012 sono stati di 250mila euro.
Le indagini sono state condotte tra il dicembre 2012 e il maggio 2013 dalla squadra mobile in collaborazione con la polizia provinciale. Secondo quanto accertato, il rame di provenienza illecita veniva ricettato e riciclato attraverso una serie di passaggi gestiti in modo organizzato e sistematico. Che avevano come punto di inizio il singolo ricettatore o ladro di cavi di rame, e come destinatario finale l’azienda di raccolta di metalli. Le partite di provenienza lecita con altre di provenienza illecita venivano unite in grossi carichi che venivano inviati a ditte di fusione del nord Italia.
Era stato un controllo eseguito nell’ambito della lotta ai furti di rame, datato dicembre 2012, a far scattare l’inchiesta. In quell’occasione, nei pressi della ditta dei fratelli Lo Miglio, fu ritrovato un ingente quantitativo di cavi di rame rubati alla Telecom alcuni giorni prima a Priolo (in provincia di Siracusa). Le indagini avevano accertato che la ditta raccoglieva il rame tramite una società di trasporti etnea e lo portava all’azienda dei fratelli Santagati. Ai Lo Miglio vengono contestati nove episodi di ricettazione di rame commessi tra il dicembre 2012 e marzo 2013. Ai Santagati, invece, ne vengono attribuiti quattro. Oltre al rame a Giuseppe e Vincenzo Lo Miglio vengono contestati anche episodi di ricettazione di tombini in ghisa e dei rispettivi alloggiamenti per lo scolo delle acque rubati.
Aggiornamento del 13 gennaio 2021
B.R., come comunicato alla redazione, dopo l’obbligo di dimora ha pagato una multa e la sua vicenda si è conclusa in maniera definitiva.