A due passi da quel patrimonio dell’Unesco che è ponte Ammiraglio il vandalismo si è lentamente trasformato in provocazione. A testimoniarlo è la scritta «Fuck Retake» a firma del solito graffitaro della zona, che travalica il puro atto di inciviltà, e da offesa pubblica quale è sempre stata adesso diviene a tutti gli effetti una presa di posizione contro i volontari di Retake Palermo – Tramiamociviltà. Associazione che da tempo ormai si aggira per la città imbracciando rulli, pezze e latte di vernici per ripulire le molte scritte vandaliche che mettono in ginocchio Palermo. Alla base di quello che è un progetto semplice c’è soprattutto un sogno di civiltà. Lo stesso che domenica scorsa ha animato il team di volontari, che nuovamente sono tornati a ripulire un punto preciso che già altre volte era stato non solo sporcato, ma addirittura usato come luogo ideale da cui lanciare chiare provocazioni all’associazione, cioè la struttura sul nuovo ponte bimodale sull’Oreto.
«Stamattina abbiamo ricevuto un messaggio da parte di un abitante del quartiere in cui ci veniva segnalato che, presumibilmente alle 15,36 di ieri, solo un paio d’ore dopo il nostro intervento, il muro era stato imbrattato nuovamente con l’apposizione di una sigla di un writer e con un’offesa rivolta a Retake», fa sapere attraverso una nota il presidente dell’associazione Marco D’Amico. Non c’è posto tuttavia per lo scoramento. Non sono le provocazioni a vanificare il lavoro dei volontari, lo sarebbe piuttosto mollare la spugna, arrendersi, darla vinta a chi crede che quella sia la propria zona, dove a regnare devono essere omertà e impunità. In occasione del precedente atto vandalico, D’Amico aveva rivolto un appello al responsabile: «Cerco un dialogo con questa persona, potrei suggerirgli addirittura dei posti ad hoc in cui andare a disegnare – aveva detto a MeridioNews – Lui la mano ce l’ha, quindi potrebbe esprimere le sue idee in modo artistico, in determinate zone della città, su muri precisi, sicuramente non lì perché così rimane solo vandalismo». Ma il messaggio non sembra essere stato ancora recepito.
Anzi, sembra quasi che l’ostinazione dei volontari inneschi in automatico anche quella del non troppo anonimo graffitaro, che agisce di conseguenza. E ormai palesemente contro di loro. «Poiché il messaggio che vuole lanciare Retake Palermo non è solo quello di prendersi cura dei beni pubblici ripulendoli, ma anche quello di far emergere episodi come questo per cercare di prevenirli in futuro, stanchi di chi continua a vandalizzare Palermo, abbiamo deciso di denunciare questa persona alle Forze dell’Ordine – scrive ancora nella nota – Non possiamo sorvolare proprio noi che invitiamo sempre a denunciare questo genere di fatti, se vogliamo essere capitale dei Giovani e capitale della Cultura dobbiamo anche assumerci la responsabilità di un gesto grave come una denuncia verso un giovane, che deve imparare che un bene pubblico non è solo suo ma di tutti e di ciascuno di noi». D’Amico conclude sottolinenado che «la voglia di darsi da fare per i beni pubblici e il desiderio di senso civico dei volontari di Retake Palermo non vengono assolutamente scalfiti da episodi del genere, non è la prima volta e non sarà l’ultima». Non c’è stato stupore infatti nella scoperta fatta a poche ore dalla ripulitura. «Siamo convinti che il lavoro fatto domenica non sia stato inutile, perché non è così. Goccia dopo goccia si scalfisce anche la pietra più dura».
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