Formazione, lettera a aperta di un’operatrice al presidente della Regione, Rosario Crocetta

?Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta scritta da una operatrice della formazione professionale senza stipendi da undici mesi ed indirizzata al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.

Non è solo uno sfogo ma la lucida analisi di chi vive ogni giorno il disagio sulla propria pelle. Il disagio di una burocrazia ingessata, di una politica incapace ed insensibile, di una parte degli amministratori e dei dirigenti sindacali pronti a sacrificare il bene comune. Un’attenta proposizione di ciò che si potrebbe fare per rivoluzionare il Sistema Sicilia a solo beneficio dei cittadini siciliani.

Lettera aperta al Presidente Crocetta

Gentile Sig. Presidente Rosario Crocetta,

i suoi primi atti hanno incontrato il favore di molti cittadini siciliani, accomunati da un disprezzo verso chi, per diversi decenni, ha saccheggiato le risorse dell’intera collettività spacciando impegno politico per volgare accaparramento di un posto di lavoro senza alcun merito e senza alcuna competenza. Non contenti sono andati avanti con gli sprechi, ponendo un’ipoteca futura sulla testa di tutti i siciliani che, per garantire a questa categoria di parassiti prebende e privilegi ,dovrà subire come un fardello per i prossimi anni il costo di questo saccheggio.

Le chiediamo quindi, nel rispetto degli impegni che Ella ha assunto davanti a tutti i Siciliani, di fare chiarezza definitiva in ordine al reale costo che, come Siciliani, siamo costretti a dover fronteggiare ogni anno nell’ambito del bilancio regionale per assicurare a costoro l’assegno di pensione dovuto per i “servigi” resi ai cittadini siciliani in qualità di parlamentari regionali.

Al contempo, Le ricordiamo che siamo ancora in attesa di un segnale forte rispetto all’impegno di ridurre drasticamente quell’inestricabile insieme di meccanismi di indennità dovuti per incarichi aggiuntivi e varie, tutt’oggi ancora assicurati anche alle famiglie dei precedenti parlamentari dell’Ars. Un’autentica vergogna che grava SOLO sulle tasche di noi cittadini, costretti a pagare profumatamente ogni tipo di pubblico servizio, e sempre più privi di diritti di cittadinanza di fronte allo strapotere di chi oggi persegue solo il proprio interesse personale o di casta, ricorrendo a leggi ad hoc, che mortificano i cittadini per bene. Famiglie siciliane costrette a corrispondere con il proprio lavoro, quel poco che è rimasto in questa terra flagellata dai barbari, a causa di un sistema fiscale oltre ogni umana e civile sopportazione.

Le basta poco, Sig. Presidente: imponga riduzioni di indennità trasversali reali e non artificiose, imponga l’azzeramento di qualunque indennità aggiuntiva per la partecipazione a commissioni legislative e varie. Noi Siciliani sappiamo perfettamente che l’attività d’Aula è solo una mera ratifica di ciò che si è già concordato in sede di commissione parlamentare. Sarebbe come dover pagare un servizio due volte, una prima volta per compensare il lavoro svolto durante l’attività di commissione e una seconda volta per compensare il tempo speso per la partecipazione alle sedute d’aula in cui i vari gruppi si limitano a ratificare ciò che è stato già concordato dai capigruppo. Sappiamo bene che le attività d’aula sono solo una “comparsata”!

Non sprechi quel credito che si sta lentamente conquistando anche tra le fila di quella moltitudine di cittadini che, piuttosto che non andare a votare, per ignavia, per abitudine, o ancor meglio per mancanza di comprensione dei meccanismi perversi della politica della spartizione dei seggi, avevano espresso altre preferenze.

Ma soprattutto, gentile Sig. Presidente Crocetta, non sprechi quel sentimento di fiducia che pian piano sta rinascendo e si sta consolidando attorno alla Sua persona.

Non si comporti come il Governo Monti che ha SOLO annunciato di ridurre i costi degli apparati della politica e dello Stato, senza aver mai realmente compiuto gesti significativi, e oggi deve fare i conti con annunci propagandistici di “ritorni in campo” di personaggi che speravamo sepolti nella nostra memoria.

I Siciliani si aspettano tanto da Lei, Sig. Presidente, ma soprattutto vogliono sapere con esattezza quanto ci costa ogni anno questa zavorra.

Renda trasparenti e intellegibili i documenti finanziari preparatori del bilancio, affinché tutti i Siciliani possano prenderne visione.

Obblighi l’Assemblea regionale siciliana (Ars) a pubblicare per intero l’elenco di tutto il personale in ruolo e i compensi corrisposti. Pubblichi i reali e complessivi compensi riscossi da tutti i parlamentari, con adeguate didascalie che rendano comprensibili le cifre senza ambiguità ed equivoci.

Introduca l’obbligo, peraltro già sancito da precedenti norme nazionali, di rendere pubblici i compensi di tutti i dirigenti e funzionari di tutti i dipartimenti. Obblighi tutti i dirigenti dei dipartimenti a rendere pubblico il numero e la composizione di tutte le risorse umane incardinate nella miriade di servizi e unità operative in cui è articolata la complessa ‘macchina’ amministrativa regionale.

Faccia in modo che siano indicati chiaramente i compiti e le responsabilità, imponendo altresì l’obbligatorietà della pubblicizzazione delle intervenute rotazioni di personale, i vuoti di organico e non, affinché tutti i cittadini siciliani possano verificare in qualunque momento se le competenze amministrative attribuite a quell’area operativa o servizio, o unità, che dir si voglia, siano congruenti con la dotazione di personale. O piuttosto, se persiste ancora il malcostume, imperante solo nella pubblica amministrazione, di collocare il dipendente là dove risultasse più conveniente per lui, piuttosto che nell’interesse di assicurare efficienza all’azione amministrativa, cioè a beneficio dei cittadini.

Promuova, gentile Sig. Presidente, al pari di qualunque organizzazione aziendale, quale è a pieno titolo la pubblica amministrazione, un adeguato piano industriale, da perseguire con criteri di efficienza al pari di tutte le aziende: i dirigenti incapaci vanno rimossi, senza buonuscite e premialità.

Le imprese private stanno morendo, non possiamo morire anche di pubblica amministrazione.

Avvii la rivoluzione Sig. Presidente, ma lo faccia in fretta, gli ascari sono in agguato, c’è il timore di una prossima restaurazione, i Siciliani hanno compreso, e forse il buon esempio di chi amministra vicino casa potrebbe aiutarli, a scegliere meglio tra qualche mese.

Valeria Quartarone


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