Fontane a Palermo, funzionamento a macchia di leopardo «Interveniamo e dopo due ore siamo punto e daccapo»

Come è facile vedere, siamo in piena stagione turistica, tra belle giornate e frequenti sbarchi di crocieristi. La città si offre al meglio? Dato che parliamo di Palermo, come al solito ci sono luci ed ombre. Prendiamo a titolo esemplificativo lo stato delle fontane artistiche. Metà zampillano allegramente e diventano dei classici punti acchiappafoto per i numerosi visitatori, ma l’altra metà presenta tristi vasche vuote (in alcuni casi invece dell’acqua si trovano dei rifiuti) e bocchette ed ugelli a secco.

Così se lungo i due assi prediletti dai turisti – via Maqueda e corso Vittorio Emanuele – troviamo le fontane dei Quattro Canti, quella di piazza Pretoria, del Garraffo, del Cavalluccio marino e dei Due dragoni regolarmente in funzione, basta spostarsi di qualche centinaio di metri per rimanere delusi. Partiamo da via Roma, dove sono a secco sia le fontane dell’ingresso monumentale di piazza Giulio Cesare (ripristinate qualche mese fa), dove sono tornati pure i rifiuti, che le due davanti alla Posta centrale. Niente acqua pure negli impianti delle piazze XIII Vittime, Alberico Gentili e san Francesco d’Assisi, oltre all’ormai storico caso di villa Bonanno, dove tutto langue da 5 anni per problemi allo scarico. Così pure si presenta vuota la fontana monumentale all’interno del Giardino Inglese, ma in questo caso la chiusura forzata è legata ad operazioni di manutenzione in corso. Fortunatamente nella stessa villa comunale sono regolarmente attivi i giochi d’acqua sul fronte di via Duca della Verdura, ripristinati dal Coime un anno fa. Risultano attive anche le altre due fontane che di recente hanno ottenuto un restyling, ovvero quella di piazza Garraffello e quella della Doganella alla Cala (ripristinata grazie al contributo del Rotary club).

Ci sono poi gli impianti che funzionano al 50 per cento, come a Porta Felice, dove si passa da un estremo all’altro: le due fontane di sinistra asciutte, quelle a destra strabordano, evidenziando problemi nel corretto smaltimento dell’acqua. Uno su due è l’espressione che si addice meglio pure a villa Morvillo, in via Libertà, anche se in questo caso l’esemplare attivo lo è per un pelo, dato che zampillano solo un paio di ugelli su circa una ventina.

Ma quali sono le cause alla base di questo funzionamento a macchia di leopardo? Mancanza di acqua? Carenza di soldi per la manutenzione ordinaria e straordinaria? «Ad eccezione – spiega Mario Scotto, ingegnere capo del Coime – della fontana di piazza san Francesco d’Assisi che utilizza acqua potabile, e quindi potrebbe essere soggetta ad una temporanea interruzione idrica nella zona, le altre funzionano con il ricircolo dell’acqua. Adesso mi informerò sul perché le altre siano all’asciutto».

Motivi diversi invece per gli impianti a metà, dato che «a villa Morvillo – continua il dirigente – abbiamo un problema di condotte, mentre a Porta Felice l’acqua fuoriesce perché con ogni probabilità lo scarico è ostruito da rifiuti. È una situazione che si ripresenta spesso. Succede che interveniamo e dopo due ore siamo punto e accapo. La gente scambia quelle fontane per cestini, e alcuni clochard della zona le utilizzano come lavatoi».

Ci sono però anche buone notizie, visto che attualmente gli operai del Coime sono all’opera (oltre che al Giardino Inglese) per ripristinare la funzionalità della fontana d’Ercole nel parco della Favorita, di quella dentro la Fiera del Mediterraneo (vicino all’ingresso nord), e dei laghetti di villa Sperlinga e di villa Niscemi, sia quello a forma di Sicilia nel giardino in piazza che i due all’interno del parco attorno alla sede di rappresentanza del Comune. 

Massimo Gucciardo

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