Learn By Movies ricomincia da Vanity Fair

Ecco a voi la scheda del film. Buona lettura, e ovviamente buona visione!

 

Titolo originale:  Vanity Fair
Nazione:  U.S.A.
Anno:  2004
Genere:  Drammatico
Durata:  140′
Regia:  Mira Nair
Sito ufficiale:  www.vanityfairmovie.com

 
Cast:  Reese Witherspoon, Eileen Atkins, Bob Hoskins, Jonathan Rhys-Meyers, Jim Broadbent, Gabriel Byrne
Produzione:  Janette Day, Lydia Dean Pilcher, Donna Gigliotti
Distribuzione:  Eagle Pictures
Data di uscita:  Venezia 2004
11 Marzo 2005 (cinema)

“Ah! Vanitas Vanitatum! Which of us is happy in this world? Which of us has his desire? Or, having it, is satisfied?” (W. M. Thackeray, Vanity Fair)

Con queste parole si conclude il romanzo di W. M. Thackeray, da cui la regista anglo-indiana Mira Nair ha tratto questo lungo film. Presentato a Venezia, dove già l’apprezzata regista aveva trionfato con “Monsoon wedding”, il film ricostruisce minuziosamente un intero periodo, attraverso personaggi ben delineati che suggeriscono più di un’analogia con il nostro lontano presente.

Becky Sharp, la protagonista assoluta del film, è un’arrampicatrice sociale, disposta a tutto pur di ottenere quello che desidera. Una figura di donna molto moderna, che non rinuncia a se stessa neppure in un mondo che non prevede spazio per le donne intelligenti. Una donna che con la propria astuzia sarà capace di costruirsi il mondo che vuole, pur dovendone poi pagare le pesanti conseguenze. Volitiva, determinata e tuttavia sempre molto femminile, riesce ad appassionare lo spettatore che ne segue le avventure con apprensione e partecipazione.

Pur se lungo, il film è ben costruito e piacevole, tra battute sagaci, irriverenze ed efficaci ricostruzioni di un’epoca, tra la composta Inghilterra vittoriana e la solare e fastosa India. La Storia, quella di un’Europa in declino, è sempre presente con l’influenza che esercita nella vita dei personaggi.
Sta qui la forza della sceneggiatura: i fatti storici avvengono tutti fuori dalla scena e sono evidenti solo attraverso le conseguenze che determinano nelle vite dei protagonisti, con un notevole sgravio narrativo.

Unico punto debole di questa trasposizione cinematografica l’eccessiva lunghezza della parte centrale, che, già snellita rispetto al voluminoso romanzo, poteva essere ulteriormente ridotta per dare maggiore spazio alle caratterizzazioni di alcuni personaggi un po’ trascurati. Amelia, per esempio, perfetto alter ego di Becky e personaggio importante per la comprensione dell’affresco in chiave etica di una società quale intese dare Thackeray.

La regista riesce tuttavia a superare le difficoltà di un film in costume che gareggia con ben più influenti precedenti (il “Barry Lindon” di Kubrick, tanto per citarne uno, sempre tratto da Thackeray) e a trasmettere qualcosa della sua personalità nella storia che racconta. Un esempio su tutti, le contaminazioni orientaleggianti nei costumi e nelle atmosfere indiane di cui l’epoca vittoriana subì il fascino.

L’India e la sua cultura viene resa magnificamente attraverso le musiche, le danze e i magnifici colori. E forse, a giudicare dall’impressione che rimane nello spettatore, è un fascino che continua ad esercitare ancora.

Sara Mostaccio

 

Ed ecco una recensione in lingua originale, per iniziare a “farsi l’orecchio”:

 

One of America’s most popular stars, Reese Witherspoon, unites with one of the world’s most acclaimed directors, Mira Nair, to bring to the screen one of the greatest female characters ever created, Rebecca (Becky) Sharp. The new film version of the classic novel by William Makepeace Thackeray introduces a new audience to the beautiful, funny, passionate, and calculating Becky.

The daughter of a starving English artist and a French chorus girl, Becky is orphaned at a young age. Even as a child, she yearns for a more glamorous life than her birthright promises. As she leaves Miss Pinkerton’s Academy at Chiswick, Becky resolves to conquer English society by any means possible. She deploys all of her wit, guile, and sexuality as she makes her way up into high society during the first quarter of the 19th century.

Becky’s ascension to the heights of society commences when she gains employment as governess to the daughters of eccentric Sir Pitt Crawley (Bob Hoskins). Becky wins over the children, and the Crawley family’s rich spinster aunt Matilda (Eileen Atkins) as well. The rural Hampshire household comes to find her indispensable, and Matilda comes to confide in the bright young woman. But Becky knows that she cannot be a true part of English society until she moves to the city. When Matilda invites her to come live in London, Becky eagerly accepts. There, Becky is reunited with her best friend Amelia Sedley (Romola Garai), who – having grown up comfortably – does not share Becky’s more brazen ambitions. Hewing close to the family she already knows so well, Becky secretly marries dashing heir Rawdon Crawley (James Purefoy) – but when Matilda discovers their union, she casts the newlyweds out. When Napoleon invades Europe, Rawdon bravely reports to the front lines. Pregnant Becky stands by distraught newlywed Amelia, whose own husband George Osborne (Jonathan Rhys Meyers) is also called to fight. When George does not survive the Battle of Waterloo, Becky’s friendship with Amelia is strained beyond repair. Becky is reunited with Rawdon and gives birth to a boy, but, post-war, money and comforts are sparse for the trio. More intent than ever on gaining acceptance into London society and living well, Becky finds a patron in the powerful Marquess of Steyne (Gabriel Byrne). Steyne’s whims enable Becky to realize her dreams, but the ultimate cost may be too high for her.

Fonte: www.rottentomatoes.com


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