Flash mob lavoratori contro Jobs Act  Cgil: «No alla società del Grande Fratello»

«No accordo, no controllo». Arriva anche a Palermo la campagna nazionale itinerante, promossa dalla Cgil in diverse piazze italiane, contro le modifiche all’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori sul controllo a distanza, previste dal decreto attuativo del Jobs Act. «Un colpo di mano» secondo il sindacato, che, oltre a dare battaglia in Parlamento, intende verificare con il garante della privacy se la modifica è consentita «anche alla luce della raccomandazione del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, che mira a proteggere la privacy dei lavoratori di fronte ai progressi tecnologici che permettono ai datori di lavoro di raccogliere e conservare ogni tipo di informazione». 

A partire dalle 11.30 in piazza Ruggiero Settimo, davanti al Teatro Politeama, delegate e delegati di diversi posti di lavoro si alterneranno in un flash mobSette lavoratori metteranno in scena momenti della loro attività. Un bracciante con la falce, un operaio in tuta, un operatore di call center con cuffie e microfono, una donna delle pulizie, un edile, una maestra, una cameriera. Seduto di fronte a loro, un lavoratore simulerà il “padrone”. E, travestito con un enorme occhio realizzato in gommapiuma, darà dei comandi: «Lavorate, vi tengo d’occhio. Non vi fermate, non potete bere. Non fate abbastanza. Se vi riposate vi licenzio». Appena uno dei lavoratori si ferma, anche solo per asciugare il sudore o prendere un sorso d’acqua, colui che non li perde mai di vista schiaccerà un bottone rosso. E partirà il suono di una sirena, ovvero la comunicazione di un licenziamento, di una sanzione, di una ammenda.

Una mobilitazione per sensibilizzare l’opinione pubblica e fare pressione sul Parlamento affinché siano ripristinate «le regole di rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori». «Si creeranno condizioni di lavoro da Grande Fratello, perennemente sotto l’occhio di osservazione dei padroni» spiegheranno al pubblico i lavoratori intervenuti. «Con il decreto Semplificazioni viene eliminata l’obbligatorietà dell’accordo sindacale relativamente all’utilizzo da parte di un’impresa di sistemi di controllo a distanza dei propri dipendenti – denuncia il segretario della Cgil di Palermo, Enzo Campo -. Si fa carta straccia dell’articolo 4 dando la possibilità di controllo non sul lavoro, ma sul lavoratore. Così computer, cellulari, tablet assegnati ai lavoratori possono trasformarsi in mezzi con cui l’impresa riesce a controllare, oltre all’operato, anche la vita dei propri dipendenti, 24 ore su 24». 

Per il sindacato si tratta di «modalità autoritarie ed antidemocratiche», il primo passo per «un controllo sempre più ossessivo». Così, osserva la Cgil, si colpiscono i lavoratori senza, per altro, «alcun beneficio economico sull’altro piatto della bilancia in quanto questo decreto non aumenta la competitività delle imprese, non aumenta la produttività del lavoro, non facilita gli investimenti, nazionali o esteri, permette però ad alcune imprese di fare la faccia feroce».


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