UNA NOSTRA PROPOSTA, SEMPLICE E FACILE DA ATTUARE, PER MIGLIORARE IL COMPORTAMENTO NEGLI STADI E FUORI
di Gabriele Bonafede
Tutti siamo daccordo nel condannare fatti indegni, e purtroppo non nuovi, in occasione di una finale di Coppa Italia allo stadio di Roma. Lontano è il ricordo della finale giocata dal Palermo nel Maggio 2011, dove fu festa del calcio e del fair-play, grazie soprattutto a chi quella finale la perse in malo modo e con il solito aiutino allavversaria. La capitale si tinse di rosa, i palermitani onorarono lo sport nonostante la sconfitta annunciata e avvenuta come da copione. Linno nazionale fu cantato a squarciagola da decine di migliaia di tifosi rosanero accorsi a Roma.
E poi, dopo quella festa, si sono di nuovo verificate cose assurde negli eventi successivi: violenze, scontri, vittime, vergogna. La stupenda finale con i palermitani a Roma è ormai un ricordo lontano, anche se avvenuto solo tre anni fa.
Eppure una prima e immediata soluzione ci sarebbe: non giocare la finale di Coppa Italia a Roma, almeno per un poco. E si potrebbe persino trasformare la sconfitta dello sport di due giorni fa in una vittoria. Come? Lanciamo una proposta: assegnare il match della finale di Coppa Italia alla squadra vincitrice del Trofeo Fair Play.
Simile alla Coppa Disciplina il trofeo Fair-Play premia le società i cui tifosi hanno dimostrato più correttezza. Il Trofeo Fair-Play Gaetano Scirea è stato istituito dal Consiglio di Lega per premiare le tifoserie più corrette delle Società si Serie A. La classifica annuale tiene conto esclusivamente dei provvedimenti disciplinari adottati per comportamento dei tifosi. Lo scorso anno è stato vinto da Chievo-Verona e Parma a pari merito, (classifica completa su per la scorsa stagione leggibile http://cdn.legaseriea.it/c/document_library/get_file?uuid=fb9421ad-952b-4f7e-8b78-f79b9607022a&groupId=10192) mentre Inter, Roma e Juventus si sono classificate rispettivamente terzultima, penultima e ultima. Il Palermo, nonostante la retrocessione di quella stagione, era arrivato al sesto posto, e il Siena (anchesso retrocesso) subito dopo le due prime.
Giocare la finale di Coppa Italia nello stadio della squadra detentrice del Trofeo Fair Play, con lincasso devoluto alla società, sarebbe la migliore risposta e probabilmente la più efficace per ridurre almeno un poco la violenza negli stadi. E soprattutto per dare una svolta di coerenza nella governance della Lega Calcio.
Si potrebbe persino organizzare con una classifica di squadre di A e di B: un Trofeo Fair-Play congiunto A e B. Si badi bene, questo trofeo, per chi non lo sapesse, non prevede partite di calcio: la classifica è stilata in base alle sanzioni alle tifoserie e lo vince, ovviamente, chi subisce meno sanzioni durante il campionato, e quindi la società con i tifosi più corretti, anche per le piccole cose.
Se la squadra detentrice del titolo non avesse uno stadio adeguato a una finale così importante, si potrebbe assegnare lo stadio alla prima classificata nel trofeo Fair Play che abbia anche uno stadio adeguato, dividendo gli introiti con la squadra arrivata prima, ma priva di stadio adeguato.
La Lega Calcio, almeno quella di serie A, accetterà la nostra proposta?
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