CONTINUA LA PIOGGIA DI FANGO SULLE ISTITUZIONI AUTONOMISTE DELLA NOSTRA ISOLA. MA IL FANGO, PER DEFINIZIONE, IMBRATTA ANCHE CHI CI TRAFFICA…
Un sera un attacco del Tg5. Oggi un attacco de Il Sole 24 Ore, il giornale della Confindustria. L’obiettivo è sempre lo stesso: l’Autonomia siciliana.
Ieri, nella foga di attaccare e ironizzare sulla Sicilia, il telegiornale di Mediaset ha detto che il Parlamento siciliano costa quattro volte in più di quello della Lombardia.
Sapevamo che quando in Sicilia c’era la civiltà, in Lombardia pascolavano a malapena le mucche. Sappiamo che la grande maggioranza delle imprese che inquinano la Sicilia paga le imposte in Lombardia. Ma non sapevamo che la Lombardia avesse un Parlamento. Forse il Consiglio regionale dei lombardi si è ‘parlamentarizzato’ da quando la Lombardia è diventata la periferia della Germania della signora Merkel?
La verità è che i lombardi, dopo i longobardi e i savoiardi, sono stati ‘conquistati’ dai tedeschi dell’euro. Sono diventati quello che il Sud d’Italia è diventato dopo il 1860. Sono il Sud della Germania: e non gli piace. Vanno capiti. E commiserati.
Quando Giolitti derubava il Sud e lo massacrava con i suoi ‘Prefetti’ per attuare il ‘Decollo industriale’ nel Nord Italia, i lombardi gioivano. Ora che i nuovi longobardi – ovvero i tedeschi della signora Merkel – stanno ‘incaprettando’ tutta l’Italia, Lombardia compresa, la cosa non gli piace più. Parafrasando la Napoli di Bellavista, non deve essere bello, per loro, sentirsi meridionali di qualcuno.
Stanno diventando poveri, di soldi e di spirito: ma invece di prendersela con quelli che hanno intrappolato l’Italia nell’euro, cercano capri espiatori nel Sud degli sprechi, non capendo che, oggi, il gioco dei tedeschi è proprio questo: mettere gli italiani gli uni contro gli altri per depredare meglio il nostro Paese.
Riflettendoci, i continui attacchi all’Autonomia siciliana, che ha già tanti problemi (e tanti ‘ascari’), non sono altro che i volti diversi del Fiscal Compact, il trattato internazionale-capestro imposto al nostro Paese dai tedeschi. Non ci sono i 50 miliardi di euro all’anno da pagare all’Unione europea delle banche e dei ladri della finanza? Che si sbaracchi anche ‘st’Autonomia siciliana. Sempre piccioli da inviare alla Germania sono, no?
Così ecco gli attacchi di Mediaset alla Sicilia. I berlusconiani ‘mosche-cocchiere’ della signora Merkel? Queste vesti neo-berlusconiane non le conoscevamo. Tanto che ci chiediamo: ma se i media del Cavaliere gettano fango sulla Sicilia e sull’Autonomia, perché mai i siciliani, tra due mesi, dovrebbero votare Forza Italia?
Sul Sole 24 Ore non commentiamo. Già vedere gli industriali lombardi imbrigliati dall’euro-tedesco provoca in noi tanta pena. Pensando alla ‘palma’ di sciasciana memoria, pensavamo che il Nord si sarebbe ‘meridionalizzato’ con un’onda proveniente dal Regno delle due Sicilie. Invece, a renderli Sud, ci sta pensando la Bce…
Su Pietrangelo Buttafioco, invece, qualcosa da dire l’abbiamo. Questo signore, che con linguaggio forbito getta fango sull’Autonomia siciliana (l’aveva già fatto sul Foglio come potete leggere nell’articolo allegato), non è forse lo stesso che, nel 2008, nel 2009 e nel 2010 si beccava l’incarico di nume tutelare del Teatro di Catania? Con un incarico conferitogli dall’allora presidente della Regione, Raffaele Lombardo? E Raffaele Lombardo, oltre che presidente della Regione siciliana, non era, per caso, il leader del Movimento per l’autonomia?
Ma che ci combina, signor intellettuale Pietrangelo Buttafuoco? Prima si becca l’incarico al Teatro di Catania, dal massimo rappresentante dell’Autonomia siciliana, e poi sputa nel piatto dove ha mangiato?
Però l’intellettuale Pietrangelo Buttafuoco – questo simpatico di Vincenzo Monti della destra italiana che si è fatta ‘incaprettare’ da Berlusconi – una giustificazione ce l’ha: le sue radici. Il Nostro non è solo siciliano: è erede di quella destra siciliana che, già nel 1946, diceva peste e corna dell’Autonomia.
Una destra, quella siciliana, che si convertirà all’Autonomia solo nell’ottobre del 1958, quando parteciperà al Governo regionale di Silvio Milazzo insieme con i comuniste e con i mafiosi. Una bella compagnia, con Don Paolino Bontà a Palermo e i cugini Nino e Ignazio Salvo a Salemi.
Forse è in ancestrale ricordo di quei catartici giorni che il Nostro odia tanto l’Autonomia siciliana? Forse è per questo che, ostinatamente, continua a confondere un’istituzione con gli uomini che spesso indegnamente la rappresentano?
La svista di Buttafuoco: Renzi abolisca lAutonomia siciliana
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