Il provvedimento è nato dallo sviluppo delle indagini svolte nell'ambito dell'operazione Gulasch a marzo del 2020 che ha riguardato i fratelli Giovanni Salvatore e Francesco Di Liberto di Belmonte Mezzagno. Ipotesi di associazione a delinquere e truffa aggravata
Fatture false e evasione fiscale per avere contributi Finanzieri sequestrano beni per 6,4 milioni di euro
Un sequestro da 6,4 milioni di euro è stato eseguito dai finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Palermo su disposizione del gip del tribunale di Termini Imerese. La cifra è pari all’Iva e alle imposte sui redditi evase con fatture per operazioni inesistenti dai fratelli Giovanni Salvatore Di Liberto (classe 1979) e Francesco (classe 1976) di Belmonte Mezzagno.
Il provvedimento è nato dallo sviluppo delle indagini svolte dal nucleo di polizia economico-finanziaria che a marzo del 2020 hanno portato
all’esecuzione di 24 misure cautelari per le ipotesi associazione a delinquere e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni
pubbliche in relazione all’indebita percezione di finanziamenti erogati dall’Unione
Europea e dalla Regione Siciliana nell’ambito dei programmi di sviluppo rurale per
un valore di oltre 15 milioni di euro. Nei mesi successivi, la procura di Termini Imerese – che nel frattempo
ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 36 imputati – ha chiesto al gip anche il sequestro preventivo dei vantaggi patrimoniali conseguiti attraverso l’utilizzo di
false fatturazioni.
In base a quanto emerso allo stato delle indagini, il ricorso sistematico a fatture false da
parte del sodalizio riconducibile ai fratelli Di Liberto era finalizzato a documentare costi in realtà
non sostenuti in tutto o in parte per la realizzazione di programmi di investimento: ammodernamento aziende agricole, realizzazione di un mattatoio e di un complesso
agro-industriale. Il tutto per ottenere i contributi europei e nazionali facendo gravare l’investimento
completamente sui bilanci pubblici e un vantaggio fiscale connesso a un indebito risparmio di imposta. Gli approfondimenti eseguiti dalle fiamme gialle palermitane hanno fatto
emergere l’utilizzo in dichiarazione delle fatture false con una conseguente evasione
delle imposte sui redditi e dell’Iva per un importo complessivo pari a circa 6,4 milioni di
euro.