Code interminabili, procedure di controllo che rallentano ulteriormente e un rimpallo di responsabilità. Da settimane ormai è questa l'aria che si respira all'interno dello scalo palermitano, dove sono in aumento i passeggeri costretti a rimanere a terra. «Se per chi lavora qui questa è la normalità, allora c'è un problema»
Falcone-Borsellino, ancora disagi per protesta Ksm Gesap: «Oggi incontro con azienda per soluzione»
«Giunto in aeroporto con largo anticipo, ho trovato ai controlli una coda interminabile. A fatica ho raggiunto i metal detector dove la fila si è arrestata ulteriormente: li ho sollecitati, ma inutilmente. Quindi, mi sono avviato al gate senza neppure rivestirmi, ma l’aereo era già partito. Ho chiesto il motivo di questa bolgia e, per tutta risposta, mi hanno detto che ‘ormai succede spesso, soprattutto nel fine settimana’. Se per chi lavora lì questa è la normalità, vuol dire che c’è un problema». Ancora caos e disagi alle partenze all’aeroporto Falcone – Borsellino di Palermo a causa dello stato di agitazione del personale Ksm, addetto ai controlli.
Da circa due settimane, infatti, i controlli procedono a rilento rendendo difficili e, in alcuni casi, impossibili le operazioni di imbarco. Alla base di tutto ci sarebbe una vertenza in atto con la Ksm, che ha annunciato nelle scorse settimane tagli di stipendi e del personale. Nel frattempo la Gesap, l’azienda che gestisce lo scalo palermitano, ha fatto sapere che sono state «già azionate tutte le leve possibili per risolvere una questione che dipende unicamente dalla società che in appalto garantisce i servizi di sicurezza in aeroporto» e che per oggi è fissato un incontro con i vertici della Ksm nella speranza di trovare una soluzione.
Fino a oggi, tuttavia, a pagare il prezzo più salato sono stati i viaggiatori che in molto casi sono rimasti a terra, anche quando si sono presentati in aeroporto con grande anticipo. E ai quali, il più delle volte si sono presentate solo due opzioni: o prendere il volo successivo a tariffa piena, con il rischio di rivivere la stessa odissea, o rinunciare al viaggio già pianificato. Come nel caso di Giovanni Bellanca, libero professionista che sabato 19 maggio aveva in programma di prendere il volo previsto alle 19.55 per Trieste.
«Non c’era nessuno che controllava questa bolgia di persone che non si capiva dove iniziava e dove finiva – ha raccontato Bellanca mentre si trovava ancora a bordo del taxi per lasciare l’aeroporto – Sono tornato indietro ai controlli a spiegare quello che mi era successo e per capire di chi fosse la responsabilità, ma niente. Sono andato allora in biglietteria, ma mi hanno detto che potevo solo rifare il biglietto e pagare una mora di 110 euro. Alla fine, ho saputo che il giorno prima c’era stato uno sciopero del personale della Ksm che aveva creato disagi simili. Io insisto, qualcuno si deve prendere la responsabilità». Alla fine Bellanca ha rinunciato al volo, così come hanno fatto in tanti quel giorno e anche nei successivi.
Come testimonia anche Flavia La Rocca, che ha vissuto la scorsa settimana la stessa disavventura. «Giovedì 24 maggio con mio marito dovevamo prendere il volo delle 6.30 del mattino per Bari, dove avremmo trascorso alcuni giorni di vacanza. Preso il pullman alle 4.30 in via Libertà, alle 5.15 siamo arrivati in aeroporto, ma ai controlli abbiamo trovato una folla incomprensibile e una lentezza inspiegabile nelle procedure di verifica. L’imbarco era previsto per le 5.50: quando sono arrivata al gate, alle 6.20, l’imbarco era già chiuso e, come me, almeno una decina di persone hanno perso il volo. La coda ai controlli è durata un’ora, un’attesa interminabile e tutti giocavano a scaricabarile: Enac, Ksm e Gesap dicevano che non era colpa loro».
Nonostante l’imprevisto, Flavia e il marito hanno deciso di non rinunciare allo loro piccola vacanza: «Siamo partiti con il pullman, quasi 12 ore di viaggio a fronte di un’ora di volo – ha sottolineato – ma non potevamo rischiare di rivivere lo stesso incubo, pagando per giunta 220 euro a persona. Di certo non ci arrendiamo: presenteremo un esposto chiedendo un risarcimento per i disagi subiti». La situazione per adesso è comunque in evoluzione e potrebbe sbloccarsi da un momento all’altro. Per oggi, infatti, è previsto un confronto tra Ksm e l’azienda che gestisce lo scalo palermitano: «Purtroppo il personale che è addetto ai servizi di sicurezza non è alle dipendenze della società di gestione e pertanto Gesap non può direttamente agire per risolvere le questioni di salario che li riguardano. La Gesap ha convocato la Ksm per oggi nella speranza che si riesca a trovare una soluzione in breve tempo».