E' il sesto parossismo in dieci giorni. Stamattina il vulcano ha ripreso la sua attività, attraverso una nuova apertura sul fianco orientale. Pioggia di lapilli di grosse dimensioni sui centri ionici e una colata che si dirige verso la stazione di monitoraggio dell'Ingv. Ieri era tornata a farsi sentire dopo 13 anni anche la voragine del cratere centrale. Mentre lunedì l'amministrazione di Giarre aveva affidato la pulizia delle strade a dieci ditte per una spesa totale di 250mila euro, scatenando numerose critiche. Guarda le foto
Etna, nuova bocca sul versante di Sud-Est Piovono pietre su Giarre e dintorni
Piovono pietre sui centri ionici. L‘Etna alle 9.43 ha dato avvio al sesto parossismo in meno di dieci giorni. La zona del vulcano interessata è sempre quella di Sud-Est, a quota 2.900 metri, ma si è aperta una nuova bocca, a metà strada tra il vecchio e il nuovo cratere. Le caratteristiche dell’evento sono le stesse: fontane di lava, meno visibili rispetto a quelle spettacolari di sabato sera, una densa nube nera, generata dal contatto della lava con il ghiaccio, e una colata che si sta dirigendo verso la desertica valle del Bove, ma attraverso una via nuova. «E’ indirizzata verso la stazione di monitoraggio chiamata Belvedere, nome dovuto proprio alla sua posizione a ridosso sulla valle – spiega Giuseppe Di Stefano, dell’associazione Etna Walk – In quel punto si trovano anche alcuni rilevatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia». Nessun problema per l’operatività dell’aeroporto Fontanarossa di Catania.
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Anche ieri l’Etna non ha smesso la sua attività. Sia dal cratere di Sud-Est, da cui per cinque ore all’attività stromboliana si è accompagnata emissione di cenere caduta, non in grande quantità, sui paesi pedemontani di Milo, Zafferana e Sant’Alfio. Sia, ed è questa la grande novità, dal cratere centrale, dalla voragine che da 13 anni non dava segni di risveglio. La pioggia di lapilli di stamattina è stata invece molto intensa. Le pietre erano di medie dimensioni e hanno ricoperto, per l’ennesima volta, i centri ionici ad est del vulcano: soprattutto Giarre e Riposto, già ripetutamente colpiti nei giorni scorsi. Lunedì l’amministrazione di Giarre aveva comunicato l’inizio delle operazioni di pulitura delle strade dalla cenere. Un’attività in cui sono coinvolte dieci ditte esterne per una spesa complessiva di 250mila euro. La decisione di esternalizzare questo servizio, prassi ormai consolidata dal Comune ionico nei casi di eruzione, ha sollevato numerose critiche. Molti cittadini lamentano attraverso i social network, l’insensantezza di pagare ditte esterne anziché dotarsi di mezzi propri per ripulire le strade. A maggior ragione negli ultimi anni, in cui questi eventi sono diventati una costante.
Anche stamattina, non appena sono iniziati i boati, l’Etna è diventato uno dei principali argomenti di discussione su Facebook. C’è chi ironizza, guardando da poco lontano lo spettacolo: «Catania, sarà la punizione per aver votato Berlusconi, ancora una volta, ancora tutti insieme?», scrive Giorgio. «Perché a Giarre il governo è ancora più ladro», sottolinea Federico commentando la pioggia di cenere che cade come neve nera. E c’è chi invoca «pietà», perché stanco di scope, palette e discariche di sabbia vulcanica che agli angoli delle strade si mischiano con i rifiuti, a causa di un servizio di raccolta differenziata che continua a funzionare a singhiozzi.
[Foto di Etna Walk]