Etna, la rivoluzione passa da cabinovie e ponte Le firme sul progetto da oltre 23 milioni di euro

In cambio dell’ambitissima pista per i crateri dell’Etna c’è un gruppo di imprenditori che è disposto a impegnare più di 23 milioni di euro in infrastrutture sul versante nord della montagna. Si è chiusa, infatti, con la promozione a pieni voti del progetto dall’associazione di imprese Etna Alcantara Mobility la manifestazione di interesse che i Comuni di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia avevano varato per uscire dal caos sul business delle escursioni alla cima del vulcano. Tutto era nato con l’intervento dell’Autorità Antitrust: in due pareri era stato chiesto agli enti, proprietari della strada d’alta quota, di superare le distorsioni della concorrenza negli affidamenti del servizio. Procedure che in passato, secondo il Garante, avrebbero agevolato il gestore storico delle escursioni, cioè il gruppo imprenditoriale Russo Morosoli. Che adesso, non presentando offerte, ha lasciato il campo a nuove energie. 

Anziché sulla ricetta dell’Antitrust, cioè assegnare le escursioni a più aziende di trasporto, le due amministrazioni avevano virato per aprire alle proposte di project financing per dar vita a un «nuovo sistema di mobilità Etna-Alcantara». Quanto esattamente messo sul piatto, battendo altre due offerte, dalla Mongibello Engineering srl, una delle società dell’Ati e, di fatto, la cabina di regia tecnica della cordata. La promessa è di costruire, in quattro anni, due impianti a fune, una cabinovia da 10 milioni a Piano Provenzana e una bidonvia (piccole cabine con posti in piedi) fra le gurne dell’Alcantara e il borgo di Castiglione. Ciliegina sulla torta un ponte di vetro e ferro sul fiume Alcantara, da collocare all’altezza delle frequentatissime Gole di Larderia. Una possibile rivoluzione, è il caso di dirlo, per un versante che, dall’eruzione del 2002 e la distruzione di Piano Provenzana, non è mai riuscito a intercettare gli imponenti flussi di visitatori diretti sull’Etna o nella vicina Taormina

I capitali sono privati, senza però escludere di attingere in futuro a eventuali fonti di finanziamento pubbliche. Si era parlato di «vetrina mondiale», ma alla fine il tentativo di all-in è arrivato dal giardino di casa. Fra i soci di Mongibello Engineering srl, oltre al geologo Francesco Cannavò, a Luciano Rigaglia e Angelo Gabriele Ciraldocompare Maurizio Vaccaro, proprietario assieme ai fratelli del Parco botanico delle Gole e della Turismo Alcantara srl, la cassaforte di famiglia che è altresì parte dell’Ati assieme ad altre tre aziende più la citata srl. Quest’estate le escursioni ai crateri se l’era accaparrate Etna mobilitygruppo di imprese sempre capitanato dai Vaccaro. Nell’elenco dei soci al 20 per cento di Mongibello Engineering, poi, figura una degli ingegneri redattori del progetto di finanza, Maria Bombara. Professionista nota in zona anche perché coniugata con l’ex sindaco di Castiglione ed ex presidente del Parco dell’Etna Concetto Cettino Bellia

Volto politico di primo piano sul versante nord dell’Etna, nonché aspirante deputato, alle Politiche del 2013, con il Centro democratico di Bruno Tabacci. Attualmente, dopo i guai dell’inchiesta per una presunta gestione illecita di fondi europei, Bellia è saldamente presidente del Gal Terre dell’Etna e dell’Alcantara, ente a partecipazione mista pubblico-privato che indirizza sul territorio i contributi dall’Unione europea. Ma è durante il governo di Rosario Crocetta che Bellia, in veste di consulente dell’ex assessore regionale del Turismo dem Anthony Barbagallo, mette in piedi un progetto di mobilità come Around Etna: bus per turisti che collegano i paesi dell’area fra Etna e Giardini NaxosI pullman turistici, stavolta ibridi, affiancati a trenini elettrici e bus fuoristrada, spuntano anche nel project giudicato vincitore dalla commissione di valutazione composta dall’ex procuratore Michelangelo Patanè e dai docenti Giovanni Di Rosa, Matteo Ignaccolo e Marco Platania

Dovesse tutto andare in porto, all’Ati spetterebbe una concessione lunga 26 anni sui beni realizzati e all’uso della strada per i crateri. Nelle casse degli enti, secondo la bozza d’accordo contenuta nel faldone del project, andrebbero dei canoni che vanno da 10 mila euro l’anno a salire fino a 50mila euro, somme da dividere in due. Che di investimenti infrastrutturali, sull’Etna, se ne senta il bisogno non è una novità, eppure secondo l’esperto Giuseppe Inturri, docente di Trasporti all’università di Catania, qualche interrogativo in più, per i Comuni, dovrebbe sussistere: «Sempre più spesso accade che il pubblico rinunci a fornire indirizzi precisi – spiega a MeridioNews – mentre invece, come in questo caso, l’idea di fondo avrebbe dovuto essere più forte. Parlando genericamente di mobilità, in effetti, non c’era un sufficiente vincolo e sarebbe potuta arrivare qualsiasi proposta». Al netto delle valutazioni tecniche, per Inturri sarà importante soprattutto assicurare il coinvolgimento delle comunità territoriali sulle decisioni finali: «Le delibere dei consigli sono il passaggio minimo, si potrebbero sfruttare invece gli strumenti offerti dalla nuova legge sugli appalti – ragiona l’esperto – che prevede forme di consultazioni allargate come il dibattito pubblico». I due sindaci, Salvo Puglisi a Linguaglossa e Antonio Camarda a Castiglione, hanno rinviato ogni commento a un momento formale di presentazione del project financing

Di certezze, al momento, ce ne sono comunque pochissime. Servirà del tempo per acquisire i necessari pareri dagli enti pubblici che sovrintendono al territorio in questione: i parchi di Etna e Alcantara, la Soprintendenza dei beni culturali, nonché l’assessorato regionale del Territorio per le valutazioni ambientali. Un anno o due potrebbero passare. Accordate le autorizzazioni senza intoppi, e dopo un voto dei Consigli comunali, si passerà alla gara d’appalto vera e propria, dove l’Ati proponente godrebbe di prelazione. 


Riceviamo e pubblichiamo dall’ingegnere Concetto Bellia

«A parte la inutilità di rappresentare e pubblicizzare il rapporto coniugale tra l’ingegnera Maria Bombara ed il sottoscritto, rilevo che il giornalista si è soffermato a descrivere fatti e circostanze relativi alla mia vita professionale e politica. Tali fatti però risultano imprecisi ed incompleti e pertanto il riferimento – alquanto inutile, inopportuno e gratuito alla mia persona – assume precisi effetti. Ebbene, i guai dell’inchiesta per una presunta gestione illecita di fondi europei, richiamati dal giornalista sarebbe corretto che venissero esplicitati e sarebbe altresì corretto ed opportuno che venissero esplicitati esiti processuali e penali della predetta inchiesta da anni conclusa. Per l’appunto, l’indagine cosi prontamente tirata in ballo si è conclusa con una archiviazione e pertanto non ha dato vita ad alcun processo. L’aver rappresentato il fatto in maniera così incompleta ed omissiva avendolo peraltro messo in connessione con eventi per nulla collegati e temporalmente successivi, evoca di certo significati negativi ed adombra inesistenti spettri. Altra vistosa imprecisione riguarda la descritta circostanza che durante il governo di Rosario Crocetta, in veste di consulente dell’ex Assessore Regionale del Turismo dem Anthony Barbagallo, avrei messo in piedi un progetto di mobilità denominato Around Etna: bus per turisti che collegano i paesi dell’area fra Etna e Giardini Naxos. Tale progetto è stato attivato nel 2014, quindi almeno due anni prima che fossi nominato Consulente, e l’Assessorato al Turismo e la Regione non hanno alcun rapporto con l’iniziativa, essendo stata avviata da altro distinto Ente (Gal Terre dell’Etna e dell’Alcantara)».

Francesco Vasta

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