Danni per milioni di euro e, almeno per il momento, zero euro di aiuti. Tonnellate di cenere vulcanica restano non smaltite e per i sindaci del versante sud-est dell’Etna all’orizzonte non c’è nessuna certezza. Il vulcano sembra essersi placato ma i resti delle eruzioni rimangono ancora visibili in molti Comuni. Gli stessi che, tra febbraio e marzo, hanno impegnato centinaia di migliaia di euro per pulire le strade. Azioni autonome affidate, con procedure di somma urgenza, ad aziende private munite di bobcat, camion e spazzolini per la pulizia. Il passaggio più complicato è, però, quello dello smaltimento del materiale raccolto. La cenere viene classificata come rifiuto speciale e deve essere smaltita, quindi, in apposite discariche. Unica eccezione quella tolta dagli spazi privati che può essere conferita all’interno delle cave con costi inferiori.
L’unico tragitto effettuato dai camion, per il momento, è quello che ha permesso di ammassare il materiale nei punti di raccolta indicati dalle amministrazioni comunali. «Fino a ora la cenere non è stata smaltita – spiega a MeridioNews il sindaco di Santa Venerina Salvo Greco – Si trova nel sito di stoccaggio provvisorio, e lì potrà rimanere per legge sei mesi. Trascorso questo periodo, dovrà essere necessariamente portata via». Per capire l’impatto economico della caduta di cenere sui singoli Comuni, la protezione civile regionale aveva inviato delle schede da compilare. Una sorta di rendicontazione tra costi sostenuti e da affrontare. «Come Comune – aggiunge il primo cittadino – abbiamo già speso e riconosciuto come debito fuori bilancio 280mila euro ma per completare le operazioni ci vorranno altri soldi».
«Sappiamo che i fondi dovrebbero arrivare ma, a oggi, non è entrato nulla nelle casse dei Comuni. Io ho impegnato somme per 400mila euro ma la nostra stima, compreso lo smaltimento in discarica, è di arrivare a un milione di euro», aggiunge il sindaco di Giarre Angelo D’Anna. Nel Comune ionico ci sono ancora da pulire le caditoie e circa il 20 per cento del territorio. Il 7 marzo scorso la cenere ricoprì letteralmente Giarre causando enormi difficoltà anche alla circolazione con la chiusura temporanea di un tratto dell’autostrada Catania-Messina.
«L’emergenza c’è ancora e viviamo una sorta di rallentamento nelle procedure», continua il primo cittadino. «Tutti sanno che la cenere è una risorsa e che può essere utilizzata in vari ambiti ma, come sempre, manca il momento di sintesi per concretizzare quelli che, per il momento, sono solo studi sulla carta». Gli aiuti, però, potevano essere non solo di natura economica. Diverse strade provinciali, di competenza della città metropolitana, non sarebbero state pulite in maniera adeguata. «Le strade a ridosso del nostro territorio sono state pulite dal Comune – spiega il sindaco di Santa Venerina – Dove sono intervenuti è stata lasciata la cenere ai lati delle carreggiate creando delle situazioni di pericolo». Sulla questione dei fondi era intervenuto anche il deputato del Partito democratico ed ex sindaco di Pedara Anthony Barbagallo. «Musumeci aveva promesso interventi urgenti e sostegno economico. Ma, ancora una volta, siamo di fronte alle promesse a cui non seguono atti concreti».
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