Il pizzo e l’usura a Palermo e nell’Isola continuano a mietere vittime, ma da oggi richiedere un indennizzo sarà molto più semplice e veloce. Merito della nuova piattaforma digitale per semplificare e rendere trasparenti le procedure amministrative per il riconoscimento dei benefici economici in favore delle vittime dell’estorsione e dell’usura, presentata oggi pomeriggio in Prefettura, a Palermo, dal vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico e dal Commissario straordinario del Governo, il prefetto Santi Giuffré. Il sistema, partito in via sperimentale l’anno scorso, oggi prende il via ufficialmente si compone di due parti: un portale informatico delle domande e una piattaforma elettronica di gestione delle relative istruttorie, con ogni fase procedurale puntualmente tracciata.
«Questa piattaforma mette in rete tutte le Prefetture d’Italia – ha detto Giuffré – una rete unica di dialogo tra gli uffici e il Commissario. Il cittadino collegandosi al portale tramite pec potrà presentare l’istanza senza recarsi negli uffici. Uno strumento che contribuirà a velocizzare e rendere trasparente tutto l’iter». Ma a riprova che la mafia continua a vessare imprenditori e cittadini, il numero delle richieste di risarcimento non accenna a diminuire: dal primo gennaio 2016, le istanze presentate sono state complessivamente 461: 366 per usura e 95 per estorsione e, nello stesso periodo, le delibere accolte a livello nazionale sono state complessivamente 77, di cui 47 per estorsione (somma liquidata 3 milioni 356 mila euro) e 30 per usura (2 milioni e 32 mila euro). Per quanto riguarda Palermo, invece, nel 2016 le domande sono state 11: 7 estorsioni e 4 usura. Nello stesso periodo, le istanze accolte sono state 10: 8 per estorsione (per compressivi 415 mila euro) e 2 quelle per usura (22 mila euro).
E proprio in tema di lotta alla mafia, Bubbico ha posto l’attenzione sul ruolo centrale svolto sul territorio dalla società civile: «Nutro la fiducia che proprio le associazioni che sono presenti sul territorio, a partire da Addiopizzo, possano rafforzare la cultura della legalità. È un tema che dobbiamo mettere con sempre maggiore forza in evidenza: solo così potremo introdurre quegli anticorpi che sono necessari per sconfiggere la mafia». Poi, un riferimento ai recenti episodi collegati alla cosiddetta antimafia di facciata: «La lotta alla mafia – ha proseguito – richiede capacità di discernimento e valutazione. Dobbiamo far tesoro della retorica che ha mostrato tutta la sua incongruenza, degli appelli vari, e muoverci verso un terreno di assoluta concretezza mettendo in campo la capacitaà di affrontare le questioni con estremo rigore. Occorre deideologizzare la lotta alla mafia – ha concluso – che non significa indebolire il nostro impegno, ma renderlo più maturo e più forte».
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