Duecento metri di spiaggia e settanta metri di boschetto. Persi negli ultimi anni a Eraclea Minoa, nell’Agrigentino, a causa dell’erosione del mare. Ma con il fondamentale ruolo dell’uomo che ha alterato quell’equilibrio naturale secondo cui la sabbia portata via dalle onde viene compensata da altra in arrivo. La denuncia dell’associazione Mareamico è ormai del 2017. Il progetto della Regione Siciliana, portato avanti dalla struttura del commissario per il dissesto idrogeologico, è datato 2019 ma viaggia ancora tra i percorsi tortuosi della burocrazia. Tre anni per una soluzione comunque temporanea: che non risolve il problema, comune a tanta parte della costa siciliana, ma prova a limitarne i danni.
«I fenomeni erosivi – scrive la stessa Regione – sono da addebitarsi a degli interventi ad opera dell’uomo quali la cementificazione dei fiumi e dei corsi d’acqua». Che così non possono più fare il loro lavoro, ossia portare materiale solido in sostituzione della quantità di sabbia portata via dalle onde, mantenendo la costa in equilibro. «A questa riduzione – continua il progetto – si è venuto a sommare l’inopinato sbancamento delle enormi dune di sabbia presenti lungo la baia di Eraclea». Conseguenza, un prezioso ecosistema alterato: con la poseidonia – alghe che fanno da primo argine naturale all’erosione – ormai compromessa e sempre meno presente, così come la calendula maritima. Non solo, l’alto gradino provocato in spiaggia dall’aggressione del mare diventa un muro invalicabile per il deposito delle uova delle tartarughe caretta caretta.
«Le sabbie si muovono con le correnti che, come fossero dei tapis roulant, le spostano da ponente a levante d’estate e da levante a ponente di inverno, mantenendo l’equilibrio – spiega Claudio Lombardo, responsabile di Mareamico, ospite nella trasmissione Dirett…ora d’aria su Radio Fantastica e Sestarete tv – Quando qualcosa si frappone a questo passaggio, come in questo caso il porticciolo turistico di Siculiana, le sabbie non tornano più. E così in un colpo solo abbiamo perso la spiaggia di Eraclea e il porticciolo turistico che è diventato un posteggio di sabbia. Un disastro, insomma». A cui il progetto sposato dalla Regione prova a mettere una pezza, con quattro milioni di euro per il posizionamento di tre pennelli ricurvi: fatti di roccia, due di questi argini saranno lunghi 110 metri e un altro 165.
Per colmare l’esistente, invece, è previsto il ripascimento artificiale del litorale: una sorta di integrazione con la sabbia portata proprio dal vicino porticciolo turistico di Siculiana marina. Si stima che ne serviranno 184mila metri cubi ma – nonostante le idee iniziali – non sarà facile come trasportarla con un secchiello. Perché, prima di procedere, è servito essere scientificamente certi che i detriti del porticciolo siano adatti a formare una spiaggia su cui si spera torneranno a stendersi i bagnanti. Il progetto prevede poi delle strutture di bio-edilizia acchiappa-sabbia: dei pali in legno appositamente studiati e distanziati per trattenere elementi trasportati dal vento e utili a ricostruire le dune, con l’aiuto di piante cosiddette pioniere che, nelle intenzioni, dovrebbero facilmente svilupparsi e crescere.
Già appaltato, il progetto però non è ancora partito. «Aspettiamo l’ultimo parere, quello della Soprintendenza del mare a proposito di un relitto sul fondale – spiega Santo Borsellino, sindaco di Cattolica Eraclea, ospite anche lui in trasmissione – Ringrazio la Regione per aver finanziato il nostro piano, unico dopo tanti anni di disastro, però purtroppo vanno chiesti tanti pareri, ognuno con i propri tempi, alcuni avuti solo per silenzio assenso. È la legge, ma la natura non aspetta». Tra i pareri, anche quello del Wwf – associazione che gestisce la vicina riserva di Torre Salsa – che vieta i lavori da maggio a settembre. «Stiamo provando a chiedere di poter lavorare almeno fino a giugno – conclude il primo cittadino – Una volta partiti, vorremmo realizzare i pennelli prima dell’estate e rendere di nuovo la spiaggia fruibile già da questa stagione».
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