Un crypto mercato, ormai chiuso, sarebbe stato il centro di stoccaggio di importanti quantitativi di stupefacenti. Nelle carte dell'inchiesta i particolari di come si sarebbe mosso il gruppo criminale guidato da Giuseppe Mangiameli
Empire, i dettagli dell’inchiesta sulla droga venduta nel dark web Ecstasy nelle creme scrub e affari per 60mila euro in 40 giorni
«A Lentini faceva mangiare le persone. Se n’è venuto qua e ci ha fatto mangiare. Se ne va a Librino e fa mangiare». La centralità della figura di Giuseppe Mangiameli può essere racchiusa in questo dialogo risalente al 29 giugno 2020. Un’intercettazione riportata nelle carte dell’inchiesta Empire che ha permesso di sgominare un gruppo specializzato nell’importazione ed esportazione di droghe sintetiche sulla tratta Catania-Stati Uniti. Mangiameli, grazie soprattutto alle sue competenze informatiche, è considerato dagli inquirenti il capo promotore dell’organizzazione. Abile a fare affari nel dark web e con i giusti agganci per convertire le criptovalute in Euro. Stando alle stime degli investigatori in un periodo di 40 giorni, compreso tra il 31 gennaio 2020 e il 12 marzo dello stesso anno, sarebbe riuscito a guadagnare circa 60mila euro.
Il gruppo criminale per le spedizioni internazionali di droga, secondo le accuse nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dai sostituti Andrea Bonomo e Francesco Rio, utilizzava dei pacchi, spediti oltre oceano tramite raccomandate di Poste italiane con mittenti fittizi. Una lista piena zeppa di nomi, tutti con indirizzi nel territorio del Comune di Catania. Il particolare non è sfuggito alla Homeland Security Investigations, braccio investigativo del Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti, responsabile delle indagini sui crimini e le minacce transnazionali. Nel 2019 gli agenti americani arrestano due uomini, entrambi trovati in possesso di grossi quantitativi di Mdma, nota in gergo come Ecstasy. Agli inquirenti raccontano di avere comprato la droga da un fornitore italiano tramite il portale Empire nel dark web e di avere pagato le forniture tramite Bitcoin, riuscendo a importare qualcosa come 100 chilogrammi di stupefacenti. Il broker della droga si sarebbe celato dietro alcuni nickname come XXXMafiaXXX, Mafia100 e MafiaStar, con gli ultimi due utilizzati per le comunicazioni sulla piattaforma di messaggistica istantanea Wickr. Una app apparentemente simile alle più note Telegram e Whatsapp ma con la differenza che, grazie a particolari algoritmi di crittografia, riesce a rendere segrete le chat.
Sequestro dopo sequestro, e attraverso il rilevamento di alcune impronte nei pacchi, riconducibili all’indagato
Michael Magliuolo, le forze dell’ordine sono riuscite a individuare l’ufficio postale di via San Giovanni Battista, nel rione San Giovanni Galermo, diventato centro di smistamento dei pacchi del gruppo criminale. Nei documenti dell’inchiesta, firmati dalla giudice Maria Ivana Cardillo, finiscono anche i racconti di un terzo cliente: Brian Bradigan. Pure lui finito a trattare su Empire con XXXMafiaXXX riuscendo a comprare un chilo di Ecstasy con un prezzo variabile tra 2500 e 3000 dollari. Dopo l’arresto del cliente gli agenti americani hanno agito sotto copertura effettuando un acquisto simulato che ha permesso di identificare, secondo le accuse, Giuseppe Mangiameli come l’uomo che si sarebbe celato dietro i nickname utilizzati su Empire e Wickr.
Mangiameli, stando alla ricostruzione degli inquirenti, non si sarebbe occupato soltanto di organizzare l’invio della droga. A lui sarebbe spettato anche il compito di reperire i prodotti per occultare lo stupefacente. Tra i più utilizzati c’era uno scrub corpo venduto da una nota azienda italiana specializzata nei prodotti di cosmetica e bellezza, naturalmente estranea all’inchiesta. «Ho pagato otto euro per la spedizione veloce», diceva Mangiameli durante una conversazione telefonica con una farmacista. «Lo scrub energizzante è nell’altra sede – spiegava la dottoressa – per arrivare da noi impiega 24 ore». Il 4 giugno 2020 le autorità doganali tedesche intercettano un pacco sospetto a Lipsia, in Germania. All’interno ci sono proprio due confezioni della crema scrub, utilizzate per nascondere poco più di un chilogrammo di Mdma. Il destinatario è un uomo residente nel Missouri, mentre il mittente è una fantomatica donna catanese: Carmela Rosa Guerrera.
Passati due anni dal periodo dell’inchiesta, a essere sparito nel nulla è anche lo stesso Empire. Il cripto mercato del dark web è off-line da agosto 2020. All’epoca la notizia venne approfondita dal profilo Twitter Dark.fail, ritenuto tra i più aggiornati nel settore. Empire è stato lanciato a gennaio 2018 «poco dopo la scomparsa di AlphaBay ed è cresciuto fino a raggiungere 1,3 milioni di utenti. Cosa ha davvero causato questa improvvisa scomparsa con i soldi di tutti? Forse non lo sapremo mai». Una domanda, quella di Dark.fail, rimasta senza risposta così come non si hanno più notizie degli oltre 30 milioni di dollari depositati nei wallet di Empire, una sorta di portafoglio online destinato alle criptovalute.