Emergenza cinghiali sulle Madonie Da Giunta Crocetta ok a stato di calamità

La giunta regionale siciliana, riunita nel pomeriggio, ha deliberato lo stato di calamità relativo all’emergenza per il sovraffollamento dei cinghiali. La decisione arriva dopo l’aggressione nelle campagne di Cefalù, costata la vita sabato scorso a Salvatore Rinaudo. Ma già nelle ore immediatamente successive alla tragedia il governatore Rosario Crocetta aveva annunciato un piano di sicurezza immediato. «Premesso che i parchi attualmente godono di gestione autonoma, occorre definire immediatamente un piano di messa in sicurezza insieme ai direttori dei parchi, per tutte le aree fruibili dai cittadini» aveva detto. 

La morte del pensionato ha scatenato la dura reazione dei sindaci delle Madonie che da anni denunciano i pericoli della riproduzione incontrollata dei suidi nei loro territori. Gli animali, alla ricerca di cibo, giungono sempre più spesso al confine con il centro abitato, con grave pericolo per gli animali domestici e per le colture. Sabato scorso con la morte del pensionato e il ferimento della moglie, andata inutilmente in soccorso del marito e rimasta ferita all’addome e agli arti, l’emergenza cinghiali è tornata drammaticamente d’attualità.

Il Governo ha anche approvato un ddl da sottoporre all’Assemblea regionale siciliana. Nel frattempo, oggi si è mobilitata anche la commissione Ambiente e territorio di Palazzo dei Normanni. Il presidente dell’organismo, Giampiero Trizzino, ha convocato tra gli altri l’assessore all’Ambiente Croce e i vertici dell’assessorato Agricoltura, rappresentanti del Wwf e il presidente dell’Ente parco Madonie Pizzuto. «La commissione è pronta ad accogliere proposte valide ad accelerare la risoluzione del problema, ma è chiaro che esistono delle responsabilità che vanno accertate, altrimenti non basteranno altre mille leggi».

Tra le proposte avanzate, spiega il pentastellato, ci sono quella della parziale modifica della norma esistente che garantisca la commercializzazione delle carni dei capi abbattuti e l’ampliamento del numero delle figure che possano coadiuvare le attività di cattura e abbattimento dei ‘suidi’, quali guardie venatorie, guardie forestali, guardie comunali, proprietari. «Da queste figure – conclude Trizzino -, secondo la proposta, dovrebbero essere esclusi i cacciatori perché la Corte costituzionale nel 2014 si è pronunciata contro». Proposta pure la modifica alla legge sull’attività venatoria 33/1977.


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