Amianto, segnalazioni e denunce da tutta la città Mancano soldi e ditta incaricata. «Intollerabile»

I Cappuccini, la Zisa, Brancaccio. Sono solo alcune delle zone in cui da mesi piovono segnalazioni sulla preoccupante presenza di amianto abbandonato sulla strada. Vere e proprie discariche di rifiuti pericolosi a cielo aperto, puntualmente denunciate dai residenti della zona, che hanno più volte chiesto l’intervento del Comune. Denunce raccolte anche dal consigliere comunale 5 stelle Antonino Randazzo, che il 23 luglio scorso si è appellato agli uffici dell’amministrazione comunale, all’Asp di Palermo, all’assessorato regionale Acque e rifiuti, Territorio e Ambiente, alla municipale, alla protezione civile e all’Arpa, chiamando in causa tutti e sollecitando un intervento tempestivo. Ma da allora non si è mosso nulla, o quasi. «È necessario provvedere immediatamente alle operazioni di rimozione e smaltimento dei rifiuti al fine di ripristinare idonee condizioni di sicurezza sanitaria ed ambientale dei siti inquinati sia per i passanti che per gli abitanti delle zone interessate, nonché per i numerosi studenti che a breve inizieranno il nuovo anno scolastico», recitava intanto la segnalazione dei pentastellati di due mesi fa.

 

Lastre, serbatoi e pannelli, infatti, riposano indisturbati anche a pochi metri da alcuni istituti scolastici: dalla scuola Rosolino Pilo di via La Franca al tecnico Pio La Torre di via Nina Siciliana. Mentre il percorso-amianto di per sé tocca praticamente quasi ogni angolo della città, dalla via Perpignano allo Zen. Una situazione incontrollabile ma tuttavia tollerata. Nessuno fa niente, insomma, malgrado esista una circolare a firma dell’assessorato regionale Territorio e ambiente del 2008 per cui «dove non fosse possibile l’individuazione del soggetto cui imporre lo sgombero, le attività di pulizia e smaltimento dei rifiuti presenti nelle strade e autostrade, delle loro pertinenze e/o appartenenze, sono a carico e di competenza diretta degli enti proprietari o di chi ne ha effettiva disponibilità». E il fatto che si tratti di rifiuti pericolosi per la salute dovrebbe anzi aumentare quanto affermato dalla circolare. «Essendo in gioco, nel caso di specie, interessi superiori, costituzionalmente garantiti, quali la tutela della salute e dell’incolumità pubblica, nessuna rilevanza possono assumere eventuali ostacoli di ordine burocratico, né tantomeno di natura patrimoniale e/o contabile, addotti dall’amministrazione comunale a “giustificazione” dell’inerzia perpetrata fino ad oggi», scrivono ancora i 5 stelle nella loro segnalazione.

E proprio di questo si tratta, infatti. Di soldi. «Sappiamo perfettamente di questo sito in via Agostino, è ai primi posti della nostra lista degli interventi, siamo stati purtroppo fermi perché la procedura del nuovo appalto è iniziata con un po’ di ritardo per insufficienza di fondi. Ma siamo comunque partiti a maggio-giugno, anzi siamo andati spediti», spiega a MeridioNews l’avvocato Francesco Fiorino, dirigente dell’ufficio Ambiente del Comune. «Nelle prossime settimane ci sarà l’esame delle offerte, che già sono pervenute da alcuni operatori economici – anticipa -, ci sarà quindi l’aggiudicazione della gara e immediatamente affideremo l’inizio dei lavori, anziché aspettare controllo e certificazioni. Partiremo con urgenza, ecco lo stato dell’arte». Certificazioni che, in parte, ci sarebbero anche già. Perché qualcuno alla segnalazione dei consigliere pentastellati in effetti ha risposto.

L’8 agosto è con una nota a firma di Antonio Patella dell’ufficio Amianto del Comune che in maniera diretta «si invita il Comune a disporre urgentemente le operazioni necessarie alla rimozione ed allo smaltimento dei rifiuti in argomento». Mentre è il 6 settembre quando anche l’Asp manda a dire la sua, sollecitando il Comune a procedere alla rimozione e smaltimento dei rifiuti «tramite affidamento a ditta autorizzata, a procedere alla messa in sicurezza dei rifiuti mediante la relativa idonea perimetrazione e copertura con teli di adeguato spessore saldamente ancorati». Una nota, questa, a firma di Rosalba Lo Giudice, responsabile uffici Lavorazioni insalubri, e del direttore Domenico Mirabile. Riscontri rimasti però chiusi nei cassetti degli uffici comunali, dove per qualcuno l’emergenza amianto non sembrerebbe rappresentare una criticità tale da prevedere un intervento, per così dire, extra bilancio.

«È intollerabile che per una situazione così grave si debba attendere un bilancio di previsione – torna a dire il consigliere Randazzo -. Abbiamo più volte sollecitato il sindaco a emettere ordinanze urgenti stante il pericolo e la salute pubblica, ma nulla. Significherebbe creare da subito un debito fuori bilancio, ne siamo consapevoli, ma forse la situazione lo richiede. L’uomo muore per colpa dell’amianto». Intanto, la stessa segnalazione è arrivata adesso anche al Noe, il nucleo operativo ecologico dei carabinieri, e non è esclusa l’ipotesi futura di trasmettere la denuncia anche alla Procura di Palermo. A supporto di quelle già fatte dai residenti di via Pennino, via Arcoleo e via Agostino ai carabinieri, insieme a consiglieri di circoscrizione, associazioni e M5s. «Evidentemente non c’è consapevolezza del pericolo», è costretto a concludere amaro Randazzo.


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