Elezioni in Sicilia, il Movimento ‘Territorio’ con Bruno Tabacci?

Ultime battute per la composizione delle liste in vista delle elezioni politiche nazionali del prossimo 24 febbraio. Mentre si attende di conoscere i nomi dei candidati che sostituiranno i due esclusi dell’ultima ora del PD, Mirello Crisafulli e Nino Papania (saranno due siciliani o la segretaria nazionale, che già si è presa otto posti nelle liste siciliane, ‘paracaduterà’ altri due ‘ascari’ di chissà quali regioni italiane?), si completano i ‘giochi’ nelle altre formazioni politiche.

Nel Pdl le liste sembrano quasi fatte. A parte i mal di pancia di qualche escluso (a Trapani sembra che Tonino D’Alì stia resistendo per tornare a candidarsi). Chisura delle liste anche per gli alleati di Berlusconi, da Grande Sud di Gianfranco Miccichè al Partito dei Siciliani di Raffaele Lombardo.

Se si dovesse fare una prima ‘conta’, il centrosinistra sembra in vantaggio sul centrodestra. Questo perché nel ‘mercato’ dei candidati andato in scena in questi ultimi giorni in Sicilia sono stati registrati molti cambi di ‘casacca’ dal centrodestra al centrosinistra.

L’emorragia più pesante l’ha subita Grande Sud, formazione politica che paga il prezzo di opzioni elettorali ondivaghe. Sette mesi fa, in occasione delle elezioni regionali, Gianfranco Miccichè, pur di penalizzare il coordinatore nazionale del Pdl, Angelino Alfano, non ha esitato ad ‘accoppare’ la candidatura di Nello Musumeci alla presidenza della Regione. Di fatto, facendo perdere le elezioni al centrodestra che, unito, avrebbe vinto.

Ovviamente, non potendo affermare: “Ragazzi, dobbiamo fregare Alfano”, Miccichè, sette mesi fa, in coppia con l’allora presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo (che, sottobanco, aveva un mezzo accordo con una parte del Pd), ha mollato (e affossato) il candidato di Alfano, alias Nello Musumeci. Con la scusa che il Pdl era troppo ‘schiacciato’ sulle posizioni della Lega.

Oggi lo stesso Miccichè, insieme con il solito Lombardo, si ritrova alleato del Pdl e della Lega. E, naturalmente, di Alfano. Incoerenza politica totale.

Logico, e in ogni caso comprensibile, che una parte dei suoi ex amici non seguano più Miccichè in queste repentine giravolte. Così Michele Cimino e Titti Bufardeci, due pezzi da ‘novanta’ di Grande Sud (base elettorale ad Agrigento il primo, base elettorale a Siracusa il secondo) si sono rivolti al ‘forno’ del centrosinistra.

Idem Riccardo Savona, un passato nella diaspora democristiana, eletto alle ultime elezioni nel collegio di Palermo con oltre 10 mila voti nelle liste di Grande Sud e oggi passato, armi e bagagli, con i moderati del centrosinistra di Portas. In fuga da Grande Sud anche Edy Tamaio, rampollo di una famiglia con ‘Dna’ politico democristiano, che dovrebbe avere abbracciato la causa del centrosinistra, magari via Megafono (il Movimento del presidente della regione, Rosario Crocetta).

Chi, invece, è passato dal centrosinistra al centrodestra è l’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che dovrebbe essere candidato al Senato.

Molto attivo, in Sicilia, anche Bruno Tabacci, altro ex democristiano (ma non scompaiono mai questi Dc?). Tabacci, in coppia con un altro ex democristiano siciliano, il messinese Carmelo Lo Monte, sta mettendo su un variegato schieramento elettorale che dovrebbe orbitare nel centrosinistra (almeno in questa fase, trattandosi di personaggi per i quali i ‘salti’ da una parte all’altra dell’agone politico non sono un tabù: anzi).

Nel Movimento di Tabacci potrebbe convergere l’ex senatore, Nuccio Cusumano. Da qualche giorno, poi, c’è un dialogo aperto con i parlamentari regionali del Movimento ‘Territorio’, un’invenzione politica dell’ex parlamentare nazionale socialista, Salvo Andò, e dell’ex Sindaco di Ragusa – oggi parlamentare regionale – Nello Di Pasquale.

I parlamentari di sala d’Ercole del Movimento ‘Territorio’, benché nati sotto l’egida di Rosario Crocetta, sarebbero rimasti un po’ delusi dalle mosse del presidente della Regione e, pur restando nell’area del centrosinistra, potrebbero spostarsi con Tabacci.

Il condizionale è d’obbligo, perché, a quanto si sussurra, i giochi sarebbero ancora aperti, perché qualcuno vorrebbe lasciare le porte aperte verso altri possibili scenari.

Detto questo, non sappiamo che liste stia per ‘chiudere’ Tabacci in altre regioni italiane. Ma se in Sicilia, come si sussurra, dovesse siglare l’accordo con il Movimento ‘Territorio’, con Lo Monte (molto forte a Messina) e con Nuccio Cusumano, ebbene, questo schieramento non sarebbe da sottovalutare, trattandosi di candidati che non dovrebbero avere grandi difficoltà a raggiungere il 3 per cento al Senato: che è la soglia che consente a un Partito di avere rappresentanti a Palazzo Madama (ricordiamo che l’attuale legge elettorale per le elezioni nazionali, il Porcellum, prevede lo sbarramento del 3 per cento al Senato su base regionale per un Partito apparentato: percentuale che Tabacci, in Sicilia, come già ricordato, dovrebbe raggiungere con una certa tranquillità, sempre che risulti vera la presenza, in questo raggruppamento, dei parlamentari regionali del Movimento ‘Territorio’.

Più complicate, sempre per il Movimento di Tabacci, le elezioni per la Camera dei deputati. Dove lo sbarramento, per una formazione politica che si presenta da sola, è del 4 per cento. Che diventa 2 per cento nel caso di apparentamento. Ma si tratta di un 2 per cento che la lista Tabacci dovrebbe raggiungere su base nazionale: e questo dipenderà dalla forza delle liste in tutte le altre regioni italiane.

Però c’è un però che è legato all’istituto del “Miglior perdente” previsto dalle legge elettorale. La formazione politica che, tra quelle perdenti, raggiunge il miglior risultato ha diritto a partecipare alla ripartizione dei seggi. Questo potrebbe dare alla lista Tabacci buone possibilità anche alla Camera, dove potrebbe acquisire seggi anche senza raggiungere il 2 per cento.  

Sopra, a sinista, Bruno Tabacci, foto tratta da milanopost.info

 

 


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