Il sindaco uscente di Avola Giovanni Luca Cannata, ci riprova con ben otto liste a sostenerlo fra cui ci sono anche molte riconferme della precedente amministrazione. Dirigente dottore commercialista, 38 anni, sposato e con un figlio, Cannata milita nella politica locale da più di 20 anni, sempre nell’area di centrodestra. L’attuale primo cittadino uscente, nel segno della continuità, rappresenta per la città un polo aggregatore dell’area moderata.
Perché ha scelto di ricandidarsi a sindaco?
«Mi candido di nuovo per portare a termine un lavoro che ho già iniziato cinque anni fa, per continuare a realizzare opere infrastrutturali per la città e dare servizi ai cittadini. L’obiettivo è quello di poter dare seguito a un percorso amministrativo di fatti e non di chiacchiere, che ha visto la città cambiare volto, dal lungomare alle periferie, passando per i quartieri e le contrade che sono stati riqualificati».
Quali sono i punti centrali del suo programma? A che cosa la città non può più rinunciare?
«Sempre nel segno della continuità, proseguiremo con lo sviluppo economico e turistico, con la riqualificazione dell’intero borgo marinaro, con l’area portuale turistica per la quale abbiamo già i fondi programmati. Poi lavoreremo sui servizi sportivi, facendo un nuovo campo sportivo di erba sintetica, una pista e un pallone densostatico. Continueremo ancora con la fiscalità agevolata per le famiglie e per le imprese».
Qual è la figura politica o tecnica (nazionale o internazionale) a cui si ispira?
«Questa è proprio una bella domanda! Io penso che Alcide De Gasperi possa essere una figura sulla quale fare riferimento per i suoi valori, per quello che ha costruito per l’Italia e per la sua modalità di governare».
In caso di ballottaggio, con chi si alleerebbe eventualmente nel secondo turno?
«Non credo che accetterei alleanze con nessuno, non ci sarebbero nemmeno le motivazioni per farlo. Già per cinque anni sono stato coerente con il programma e con questo noi andremo avanti. Questa è la nostra squadra e rimarrà così, sia al primo turno sia nell’eventualità di un secondo turno».
Qual è l’avversario che teme di più?
«Fra gli altri candidati non vedo particolari differenze per cui dover temere qualcuno. Noi lavoriamo per la città e ci rifacciamo ai cittadini. Temiamo soltanto che ci possa essere un ritorno al passato e questo ci preoccupa molto».
Un pregio e un difetto della precedente amministrazione.
«Il pregio sono i fatti, noi siamo e siamo stati concreti. I difetti direi che li facciamo trovare agli altri. Sicuramente chi amministra, come chiunque faccia delle cose, commette degli errori. Da questi bisogna ripartire e trarre valore per fare di più e fare meglio».
Se la eleggessero di nuovo, cambierebbe qualcosa rispetto a come ha governato la città negli ultimi cinque anni?
«Assolutamente no, continuerei a lavorare come ho fatto. Provando a migliorare in base agli insegnamenti dei precedenti cinque anni di amministrazione».
Crede che le recenti vicende giudiziarie che l’hanno coinvolta (è stato a processo per truffa e turbativa d’asta e assolto), potrebbero influenzare la scelta dei suoi concittadini?
«Io sono stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste, quindi sono certo che non influenzerà assolutamente il voto della gente».
La accusano di essere stato un primo cittadino accentratore e arrogante. Come risponde?
«Queste accuse non vogliono dire niente, mi sembrano parole vuote di cui non capisco il senso. Comunque rispondo che invece sono stato un uomo attorniato da tanti validi collaboratori che hanno trovato in me un coordinatore. Come è giusto che sia, ho ricoperto il ruolo di sindaco per portare avanti il nostro programma elettorale. Questo era il mio ruolo e questo ho svolto, senza piegarmi a nessuna logica di compromessi con consiglieri o persone legate al vecchio modo di fare politica. Tutto il resto rimane solo chiacchiera».
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