Elezioni a Pantelleria, cronaca del comizio finale

Si è chiusa, puntualissima, ieri sera, in Piazza Cavour, a Pantelleria, la campagna elettorale più strana e più incerta nella storia politica e amministrativa dell’isola.

In tour nelle tre piazze – Scauri, Tracino e in centro – le 4 liste in competizione si sono succedute lasciando a tutti la sensazione che sarà un’elezione combattuta fino all’ultimo voto.

Stavolta i panteschi, dopo anni, si trovano ad avere l’imbarazzo della scelta Il Pdl di Silvio Berlusconi e Tonino D’Alì con la molla mezza scarica, pdellini freschi di ristrutturazione con i lavori effettuati forse da ditte megafiniane, una lista civica dal sapore vecchia Democrazia cristiana ed i nuovi arrivati: i tanto criticati grillini, attaccati da destra e da sinistra per partito preso.

Non è che il Movimento 5 Stelle inizia a dare un po’ di fastidio anche a Pantelleria? Eh già, perché visto che non contano niente, ci si chiede perché, ieri sera, sono stati oggetto per il 70 per 100 degli attacchi senza senso di quasi tutti gli avversari, con la sola eccezione degli ex democristiani.

Cominciamo col il Pdl. L’ex deputato regionale, Toni Scilla, tornato tra i berlusconiani dopo la pausa disastrosa dentro Grande Sud di Gianfranco Miccichè, ha preso la parola, ha incensato la piazza e se stesso, ha chiesto scusa per gli errori fatti in passato e, imitando male Beppe Grillo, ha quasi sfondato il microfono promettendo di essere migliore, criticando i grillini per la storia degli stipendi e le diarie, concludendo con un invito al candidato del Megafono e del Pd, Salvatore Gabriele a non prenotare il ristorante.

A seguire lo stesso Gabriele con i suoi sostenitori. Discorso sempre sulla stessa riga discorsiva: voce alta, giù colpi ai grillini da parte di una possibile vicesindachessa che, vedendo su youtube in anteprima il messaggio di Grillo per Pantelleria, lo critica.

Eppure tutti hanno avuto a disposizione 45 minuti per dire cose un po’ più interessanti: ed invece, battute velate, insulti nascosti, conditi con incensamenti, toni altissimi da stadio, un pizzico di petto in fuori e il piatto è servito con una bella grattata di parole alla Mogol: amore, cuore, passione, forza, terra… Ed i contenuti? Bho!

I grillini zitti zitti salgono invece sul palchetto e fanno 45 minuti di chiarezza e proposte e basta! Evidenziano quali sono i problemi individuati e propongono soluzioni e referendum popolari per le scelte importanti per l’isola. Voi forse non ci crederete, la piazza ha ascoltato e alla fine qualcuno della clack avversaria gli ha fatto anche i complimenti!

Che dire! La storia continua, e queste elezioni ne delineeranno li percorso e la direzione. Non si escludono sorprese. Anche clamorose.


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