Elezioni a Palermo, la facce dei candidati

Vivo a Milano da circa due anni ormai. Palermo da lontano è come una scatola con un fiocco rosso che la chiude. Bella a vedersi, intrigante oltre quel fiocco, ma poi desolatamente vuota all’interno. Già, la guardi con nostalgia, con malinconia, con una tazza di tè in mano mentre fuori, a Milano, piove. Poi quando arrivi ti accorgi che è e resta spesso solo una cartolina di cartone.

Sono tornato per pochi giorni e sono andato in apnea fra le migliaia di manifesti elettorali per le prossime elezioni comunali. L’impatto è sempre lo stesso: facce che ridono chiedendoti un voto, quando da ridere c’è davvero poco. Ma il primo manifesto che è arrivato sotto il mio naso aveva una faccia conosciuta, una di quelle che ti chiedi: “Eppure sta faccia l’ho già vista da qualche parte”. Ti fermi col pensiero pochi secondi e, fissando quel sorriso insignificante che puzza di colla per le mura, cominci a leggere con attenzione. “Forza Palermo, Domenico Simonetti, farmacista”. Prima sorridi, poi capisci e pensi: “Ah sì, è quello che gridava forza Palermo!, in tv, a tgs studio stadio”, la trasmissione domenicale che segue le partite del Palermo.

Già Forza Palermo. A parte il fatto che questa incitazione ricorda qualcosa che è andata in onda per 17 anni su scala nazionale, comici a chiederti se essere un tifoso del Palermo che va in tv possa bastare per candidarsi al consiglio comunale. A Palermo sì. Qui non conta la professionalità politica, la competenza in materia di res pubblica, no: qui conta a faccia. E lui, Simonetti, ce la mette, ma fa di più. Scrive anche sotto il cognome a grandi lettere: Farmacista. E lì il manifesto diventa barzelletta. Immaginatevi tutti i manifesti elettorali con le professioni in calce delle nostre facce sorridenti che chiedono u voto. Tipo Rizzo, muratore, oppure Rizzuto, operatore ittico, pescatore per gli amici. O, ancora, Russo, impresario funebre. La dicitura “farmacista” cosa offre in più al cittadino? Forse ora saprà, votando Simonetti, dove comprare le aspirine in caso di emergenza? Oppure magari se lo incontrerà nei pressi di Palazzo delle Aquile potrà chiedergli una Moment per il mal di testa?

Vedere questa “professione” di professione nei manifesti è la novità del 2012, a Palermo. Ora finalmente sapremo chi sono i nostri aspiranti consiglieri. Simonetti, però, vola basso. Poteva scrivere sotto il suo nome: “Il primo tifoso del Palermo a tgs”. Sai quanti voti avrebbe preso. In tanti, come cura per la depressione, guardano le partite del Palermo. Lì fa sentire grandi in una realtà piccola. Votare un tifoso doc sarebbe un grande orgoglio per un palermitano medio. Poi che questo non sappia nulla di politica, quello è secondario. Che si ricandidi uno dei sindaci che hanno fatto la storia della città come Leoluca Orlando, questo è secondario. Il palermitano vorrebbe Zamparini sindaco. E se non può avere lui, si accontenta di Simonetti candidato col Pdl al consiglio. Già meglio un tifoso che niente.

Questa città, quando crescerà, capirà che per vincere un turno elettorale non c’è bisogno di scrivere che sei un farmacista. Basterà dimostrare che si sa stare fra la gente. Che si ha un amore particolare per la città. Che si è portatori di idee nuove per valorizzare il passato e creare il futuro. Che tu sia farmacista, tifoso del Palermo o netturbino non importa. Importa solo che tu faccia il consigliere bene e con il rispetto per i palermitani. Chissà Simonetti se ad ogni voto favorevole in consiglio si alzerà dalla sua sedia e griderà con tanto di sciarpetta: “Forza Palermo! E Forza Santa Rosalia!”.

Così per essere un tifoso sacro e profano. Se non fosse stato un farmacista e magari uno spazzino, anzi pardon, un operatore ecologico, Simonetti avrebbe scritto la sua professione nel suo manifesto elettorale? Difficile saperlo se il nostro borghesissimo tifoso si sarebbe abbassato a tanta ostentazione proletaria. Chissà la Palermo del 7 maggio come sarà. Si spera solo con meno tifosi in consiglio e più farmaci nelle vene per guarire da quella malattia cronica che la tormenta: acuto immobilismo nel presente e forte incapacità di guardare al futuro… La cura? Il farmacista la conosce bene: evitare per questa città l’ennesimo effetto placebo, mettendosi i tappi alle orecchie per non sentire chi urla: “Forza Palermo!”.

foto di Domenico Simonetti tratta da Rosalio.it

 


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