Un fatto di cronaca che sembrava accogliere in sé tutte le irregolarità possibili, con risvolti che arrivano direttamente dalla procura di Catania fino a Palazzo degli elefanti. Era il 13 gennaio quando un dipendente di Oikos, azienda vincitrice assieme alla Ipi del vecchio appalto per la raccolta dei rifiuti, su un mezzo comunale, viene multato perché guidava con la patente scaduta e parcheggiava in sosta vietata. Sarebbe bastato questo per storcere il naso, ma c’era di più. C’era, per esempio, che il lavoratore della ditta stava ritirando la spazzatura di un’attività commerciale in una zona in cui la raccolta è direttamente gestita dall’amministrazione comunale. E c’era anche che il veicolo non risultava iscritto all’albo regionale dei veicoli autorizzati per quello scopo. A finire in mezzo a questa vicenda è l’ingegnere Salvatore Raciti, dirigente comunale dell’assessorato all’Ecologia, responsabile – secondo gli investigatori – di trasporto illecito di rifiuti.
A parlare dell’inchiesta a carico del dirigente Raciti era stato il quotidiano La Sicilia giovedì. Nel frattempo, però, cosa è accaduto quella mattina di metà gennaio sembra essere un pochino più chiaro. Il veicolo fermato in divieto di sosta – sulle strisce destinate al parcheggio dei motorini in via Pensavalle, a pochi metri dal commissariato di polizia Borgo-Ognina – sarebbe uno di quelli in dotazione dell’amministrazione. Si occupa della raccolta della spazzatura nella zona del centro in cui il servizio viene svolto direttamente dal Comune. A guidarlo avrebbe dovuto essere, perciò, un dipendente di Palazzo degli elefanti. Il quale però avrebbe chiesto a un collega netturbino, anche se dell’azienda privata Oikos, di sostituirlo nel corso del suo turno. «Forse per un malore, forse per altri motivi – dice l’assessore all’Ecologia Rosario D’Agata – Fatto sta che non mi risulta che questa sostituzione fosse stata decisa dai nostri uffici».
Il risultato, però, è che al volante del veicolo comunale c’era, invece, un cittadino che non lavora per l’amministrazione. «È questo che fa scattare il problema contestato dalla polizia – dichiara D’Agata – Quel mezzo risulta nella disponibilità del Comune, perciò non c’è bisogno di iscriverlo a nessun albo. Solo che, siccome non era guidato da un nostro dipendente, le cose cambiano e l’iscrizione può diventare un problema». Cosa che in effetti è avvenuta e che ha messo in una posizione scomoda il dirigente dell’assessorato – l’ingegnere Raciti, appunto – dalla cui scrivania passa tutto quello che riguarda la munnizza etnea. E se il diretto interessato preferisce non commentare, l’assessore non ha dubbi: «Chiariremo tutto quello che c’è da chiarire – conclude – Stiamo individuando il dipendente comunale inadempiente e faremo partire il procedimento disciplinare».
A dovere firmare un eventuale provvedimento contro il netturbino, però, probabilmente non sarà il dirigente finito nei guai. Il suo mandato è scaduto alla fine del 2016 ed è stato prorogato fino al 31 gennaio 2017. La nomina del nuovo vertice dell’Ecologia, del resto, rientrava nel piano di assunzioni di nuovi dirigenti comunali: un processo di rinnovamento degli uffici e di efficientamento della macchina amministrativa cominciato alcuni mesi fa e vicino alla conclusione. Il nome che circola con più insistenza per la sostituzione di Raciti coglie di sorpresa i più: Leonardo Musumeci, nato a Catania il 13 dicembre 1984. Trentatré anni, residente a Giarre e un lavoro nell’ufficio dell’Energy manager del Comune di Milano. Il suo curriculum sarebbe stato selezionato tra i tanti arrivati in Comune e a mancare sarebbe soltanto il benestare del sindaco Enzo Bianco. Contattato da MeridioNews, Musumeci rimanda alla giunta per conferme o smentite. «In Comune sanno i tempi precisi», dice. Ma non dovrebbe mancare molto.
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