La Spagna ha chiesto di includere l’emergenza sanitaria legata al virus Ebola tra i temi che verranno trattati domani al consiglio Esteri Ue straordinario. Al termine della riunione, dunque, potrebbero esserci conclusioni anche su questo argomento. Solo due giorni fa, in un ospedale di Madrid, e’ morto Miguel Pajares, il missionario spagnolo di 75 anni che aveva contratto il virus in Liberia. Da qui, la sensibilità degli spagnoli sul tema.
Intanto l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha classificato il Kenya paese ad “alto rischio” per la diffusione del virus Ebola. La conferma del fatto che l’epidemia non è più geograficamente limitata.
Il paese è ritenuto vulnerabile, perché è uno dei maggiori crocevia, con molti voli internazionali e arrivi dall’Africa occidentale, dove in numero dei morti è arrivato a 1.069, secondo l’ultimo bilancio dell’organizzazione.
Dalle nostre parti, il Ministro per la Salute Beatrice Lorenzin, continua a rassicurare, anche se dopo avere negato per mesi il rischio ebola , adesso parla di rischi “ridotti ai minimi termini” e lancia appello all’Ue per una maggiore cooperazione anche sul fronte sanitario:
“Uso la parola minimi termini per utilizzare un’espressione prudenziale- ha detto il Ministro- perché c’è sempre la statistica, ma contrarre l’ebola è veramente molto complesso in un Paese ad alto livello di igiene e tecnologico come il nostro.
“Dal 21 giugno, – ha aggiunto parlando direttamente del rischio legato all’immigrazione- personale medico sanitario del ministero della Salute, che sta supportando la Marina militare, ha compiuto 33mila screening sui migranti a bordo delle navi impegnate nell’operazione Mare Nostrum”.
E, poi, l’appello all’Ue: “La richiesta piu’ forte fatta dal mininistro Alfano e da me, e sostenbuta da tutti i Paesi dell’Europa del Sud, e’ di intervbenti europei di supporto dal punto di vista sanitario. Il Mediterraneo -ha ricordato- e’ la frontiera d’Europa. Nel consiglio dei ministri europei della Salute che ora dirigo per qualche mese, gia’ sotto la presidenza della Grecia era stata decisa una task force europea. Ma noi chieediamo interventi in loco, per fronteggiare un’emergenza sanitaria che riguarda tutta Europa. Un virus o un epidemia non si fema nel confine italiano, greco o spagnolo, ma arriva in Svezia”.
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