Droga, confisca beni da 500mila euro «Colpito il pusher della Palermo bene»

La polizia ha eseguito un decreto di confisca di quattro immobili ed un motociclo al 32enne Giuseppe Cutino, ritenuti provento di attività illecita. Il decreto è stato disposto dal Tribunale di Palermo, Sezione Misure di Prevenzione. Lo stesso patrimonio confiscato era già stato oggetto di sequestro il 16 ottobre dell’anno scorso, su proposta del questore di Palermo, contestualmente all’applicazione a carico di Cutino della misura di prevenzione della sorveglianza speciale per un anno e sei mesi. Il 32enne «con precedenti penali per furto, resistenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi», è ritenuto parte di un «circuito criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti con basi operative nei quartieri di Ballarò e del Capo», riporta una nota della polizia.

Il 22 febbraio 2017 era stato arrestato dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Palermo, nell’ambito di attività volte alla repressione del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 16 persone, responsabili a vario titolo dei reati inerenti al traffico si stupefacenti: cocaina, eroina, hashish e marijuana. Le indagini condotte dalla squadra mobile hanno preso iniziale spunto proprio dal monitoraggio dei movimenti di Cutino, che sarebbe coinvolto in «una vasta attività di smercio di cocaina – continua la nota –  a favore di numerosi acquirenti, alcuni dei quali noti professionisti palermitani». Il complesso lavoro, anche di intercettazione, di Cutino, «ha consentito di registrare centinaia di conversazioni con gli acquirenti», prosegue la nota.

L’indagine patrimoniale è stata condotta dai poliziotti della Divisione Polizia Anticrimine – Ufficio Misure di Prevenzione ed ha permesso di sequestrare e successivamente confiscare beni per un valore stimato di circa 500 mila euro. Gli accertamenti patrimoniali hanno dimostrato, come l’uomo «non disponesse di entrate lecite dichiarate al fisco per l’acquisto dei beni oggi raggiunti dal provvedimento del Tribunale di Palermo», conclude la nota. 


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