Incassa il sostegno delle organizzazioni dei lavoratori il programma presentato oggi dal nuovo sovrintendente del Fondazione orchestra sinfonica siciliana. La strategia è quella di «un programma di risanamento dei debiti» e «un nuovo dialogo con le istituzioni culturali dell'Isola». La Slc Cgil, comunque, pretende «certezza sulle risorse»
Dopo 10 anni di tagli Foss punta a rilancio Dai sindacati fiducia a piano Ernani
Segnali di apertura sul futuro dell’Orchestra sinfonica siciliana dopo l’incontro di oggi tra i sindacati e il presidente e il nuovo sovrintendente Francesco Ernani. È l’estinzione del debito l’obiettivo principale del programma di risanamento del Teatro, illustrato dai vertici della Foss alle parti sociali. Il piano parte dalla nuova idea di teatro-impresa che si fonda innanzitutto sulla collaborazione con le altre istituzioni culturali dell’Isola. Un piano che fa ben sperare e che, al momento, incassa la fiducia della Slc Cgil.
«È stato un incontro civile e garbato – dichiara il segretario della Slc Cgil Maurizio Rosso -. Il sovrintendente va nella direzione giusta, diverse azioni annunciate sono state in questi anni i cavalli di battaglia della Slc, come il lavoro in sinergia tra i teatri». Insomma, esistono i presupposti per una «buona intesa», anche se resta sempre qualche punto non condiviso. «Il piano di razionalizzazione del debito che ci è stato presentato – prosegue Rosso – dimostra l’intenzione di ridare slancio al teatro e di andare verso una programmazione che abbia un respiro certo per i prossimi tre-cinque anni. Ci sembra si abbia finalmente un’idea più chiara su come recuperare risorse e investirle».
Duro il giudizio nei confronti della politica, sorda agli appelli inascoltati degli ultimi dieci anni. «La Foss rappresenta un’eccellenza nel panorama siciliano – sottolinea – a non rendersene conto è rimasta solo la politica, che in questi 10 anni di tagli dei fondi è stata assente, incapace di pianificare una politica culturale adeguata allo sviluppo di un settore strategico per l’economia della Sicilia. Mentre ai lavoratori è stato fatto pagare un contributo altissimo. A tutto questo diciamo basta».
L’Slc, ad ogni buon conto, al nuovo sovrintendente chiede certezza di risorse per poter varare una politica culturale seria, fondata sulla sinergia tra i teatri, sull’innovazione tecnologica e la digitalizzazione degli archivi, sull’apertura del teatro e della sua orchestra al territorio e alle periferie, sull’attrazione di quella fetta di turismo che arriva a Palermo con le navi da crociera. «Ci auguriamo di poter sostenere un programma di lavoro del genere – aggiunge Rosso – È banale l’idea dell’assessorato al Turismo che pensa ancora ai tagli e a destinare al Fus, fondo unico dello spettacolo, un quantitativo di risorse inadeguato: 5 milioni. Dei quali, 2 milioni e 700 mila euro da distribuire a tutti i teatri siciliani e 3 milioni 300 mila euro per i privati» conclude.