Dissesto, dalla Regione 70 milioni ma Palermo a secco «Mancano progetti cantierabili», «Solo scelte diverse»

Un milione e 200mila euro. Questa è la parte di fondi arrivati a Palermo rispetto ai 70 milioni messi a disposizione dalla struttura commissariale contro il dissesto idrogeologico della Regione la settimana scorsa. Una parte davvero esigua delle somme rimodulate dal Patto per il Sud, che verrà gestita dal Genio Civile e destinata nel caso del capoluogo regionale alla messa in sicurezza del canale Mortillaro, nella zona di Cruillas. Altri interventi sono previsti in provincia, tra questi quelli più cospicui riguardano Casteldaccia e Ciminna.  

A dirigere la struttura regionale guidata dal governatore Musumeci c’è il commissario speciale per il rischio idrogeologico Maurizio Croce che a MeridioNews spiega quali sono stati i criteri adottati per indirizzare i fondi. «I 70 milioni – spiega Croce – non sono risorse aggiuntive che la Regione ha messo in campo ma provengono da una rimodulazione del Patto per il Sud e sono stati riprogrammati su interventi dotati di progetti esecutivi che potevano essere subito cantierabili. Bisognava rendere efficace il finanziamento. Se domani mattina Palermo produce un progetto esecutivo cantierabile, verrà finanziato. Ogni provincia ha bisogno di interventi e noi oggi abbiamo la necessità di non congelare le somme a tre anni dalla sigla Patto per il Sud». Ma non si è fatta attendere la replica dell’assessore comunale ai Lavori pubblici Maria Prestigiacomo: «Non credo che non ci siano progetti esecutivi su Palermo. I progetti cantierabili ci sono, solo che la Regione ha fatto delle scelte diverse». 

Per quanto riguarda la parte delle risorse dedicate ai percorsi d’acqua e in particolare al canale Mortillaro, si diceva che «i fondi verranno gestiti dal Genio Civile, che ha redatto un progetto esecutivo. C’è da dire che il problema relativo alla progettualità non vale solo per Palermo», precisa Croce. Ma non è il solo intervento ritenuto utile dal capo della Protezione civile Francesco Mereu: «Ho segnalato anche la situazione del canale Badame, che ha avuto dei problemi di esondazione l’anno scorso e sarebbero necessarie somme sostanziose per sistemare la situazione di Mondello». Da anni infatti i residenti e i cittadini che fanno parte dell’associazione Aiace aspettano che nella borgata marinara, che si è allagata anche quest’anno dopo le prime piogge, vengano realizzate infrastrutture nuove e di potenziamento della rete fognaria e di ripristino per la raccolta e la gestione delle acque meteoriche. Gli interventi rimasti in sospeso sono diversi, dalla pulizia del ferro di cavallo, al collettore di via Palinuro fino al depuratore di Fondo Verde.

E sono solo alcuni esempi di «opere rimaste da decenni incomplete – spiega il presidente di Aiace Eduardo Marchiano -, ma presenti nei piani triennali in attesa che questa amministrazione e questa politica decidano quali sono le priorità, continuando vergognosamente a trascurare un territorio. Nel resto della Sicilia i soldi piovono. Siamo cittadini di serie B?». Su questo Croce afferma: «Sappiamo bene che Mondello ha oggettivamente un problema di rischio idraulico enorme: ogni volta che piove si allaga. Ma bisogna produrre delle progettualità che siano cantierabili. Ripeto, quando avremo progetti esecutivi daremo le somme che servono. A quel punto la Regione non si esimerà da finanziare l’intervento per rendere efficace il finanziamento, o rischiamo di tenere fondi fermi. Non riusciamo ad avere un parco progetti degno di questo nome. Inoltre le città metropolitane hanno già altri fondi per gestire progettualità di zone a rischio». 

Gli importi ridotti destinati a Palermo hanno destato quindi delle perplessità, che si sono tradotte anche in una richiesta di chiarimenti a Sala delle Lapidi da parte della consigliera comunale Giulia Argiroffi. Che giovedì scorso ha anche scritto al dirigente dell’ufficio Protezione civile per chiedere, con riferimento ai 13 interventi per la difesa del suolo sul territorio comunale riportati sulla piattaforma Rendis (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo), «un report dettagliato che specifichi per ognuno di essi il nominativo del RUP o dei RUP che si sono succeduti, del costo complessivo e dello stato di avanzamento dei lavori o della stato di progettazione approvato». Sulla piattaforma, aggiunge Argiroffi, risultano due progetti conclusi, otto da attivare e tre in fase di esecuzione. Questi ultimi, si legge nel documento inviato dalla consigliera, sono: l’intervento 433/09 per il consolidamento delle pareti rocciose di Monte Gallo, il 436/09 per la protezione dell’area colonia estiva e viale Diana e il 434/09 per la mitigazione rischio idrogeologico centro abitato Boccadifalco. 


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