Aveva denunciato il suo caso già lo scorso novembre Alessandro Filosto: il corpo del padre Rosario, morto a settembre 2013, doveva essere spostato in un altro loculo. Motivo: il Comune di Catania gliene aveva assegnato uno, che però era già stato venduto ad altri – ancora in vita – che lo hanno reclamato. «Questa mattina, dopo mesi di silenzio, sono stato contattato al telefono dalla moglie di mio padre, che era andata a fare visita alla tomba. E si è ritrovata con la bara tirata fuori dal loculo. Lo stavano portando via senza averci nemmeno avvisati», racconta Filosto.
La comunicazione, però, a sentire i dipendenti comunali presenti sul luogo, con i quali Filosto ammette di aver avuto un animato diverbio una volta giunto al cimitero, «è stata inviata, mi hanno assicurato. Semplicemente io non l’ho mai ricevuta», racconta l’uomo. Che, in questi mesi, non ha esitato a chiedere spiegazioni ai funzionari dei servizi cimiteriali e all’assessore al ramo Rosario D’Agata. «L’assessore, purtroppo, non ha potuto fare nulla. Ma almeno lui rispondeva al telefono. Il funzionario del quale avevo il numero invece no. Eppure mesi fa mi aveva assicurato che avremmo concordato insieme la data della de-tumulazione».
Adesso il corpo di Rosario Filosto «si trova all’interno del deposito del cimitero e ci rimarrà fino a domani. Il Comune ha trovato un altro loculo a pochi metri da quello conteso. Questo dimostra che non c’era nessun motivo di spostarlo. E sperando che anche questo non sia stato già assegnato ad altri». Da definire adesso resta solo una questione: il pagamento dei nuovi costi di tumulazione. «Al cimitero hanno chiesto a me di pagarli, ma non ho nessuna intenzione di farlo – conclude Alessandro Filosto – sono convinto che avvierò una causa civile contro il Comune di Catania: l’errore è stato loro, e le comunicazioni non mi sono mai state inviate»
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